È atteso per la prossima settimana il decreto del presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, che ratifica in via definitiva la
nomina di Francesco Beltrame alla presidenza di DigiPA. Il varo
del Dpr, che fa seguito al parere favorevole della commissione
Affari Costituzionali della Camera e all’ok in Cdm alla proposta
del ministro della PA e Innovazione, Renato Brunetta, mette fine
all’iter di nomina del nuovo numero dell’ex Cnipa.
Ingegnere elettronico di 57 anni, Beltrame vanta un’attività
molto intensa di ricerca e insegnamento sia in Italia sia
all’estero. Nel 2006 approda al Cnr come direttore del
Dipartimento di Tecnologie dell'Informazione e delle
Telecomunicazioni. A volerlo fu Fabio Pistella che all’epoca
guidava il Consiglio nazionale delle ricerche e che l’anno
successivo sarebbe andato a guidare il Cnipa. E proprio con
Pistella il neo-presidente si troverà a gestire le attività di
DigitPA nel consiglio direttivo, insieme a Giuliano Urbani e
all’avvocato Sala.
Una volta insediatosi Beltrame dovrà affrontare problemi di non
poco conto. Prima fra tutte la paralisi operativa che affligge
l’ente dopo il commissariamento avviato nella primavera del 2009
e determinata anche dal fatto che molte strutture sono scoperte,
non avendo più dirigenti responsabili. A soffrire della mancanza
di una guida sono quelle dedicate all’elaborazione dei pareri dei
progetti della Pubblica amministrazione centrale (praticamente il
core business di DigitPA), dei rapporti con Regioni ed enti locali
e, infine, quella dell’Spc, rimasta acefala dopo il trasferimento
di Emilio Frezza al Comune di Roma. A tentare di tenere insieme le
fila del coordinamento è rimasto solo il professore Antonio
Orlandi, arrivato lo scorso settembre.
Alla paralisi operativa va aggiunta la scarsità di personale: di
250 addetti ne sono rimasti 110. Per fare fronte alla carenza di
dipendenti proprio in questi mesi l’ente sta facendo nuove
selezioni. Ma a loro volta le assunzioni rischiano di non andare a
segno per del taglio dei fondi: per funzionare, DigitPA ha bisogno
di 15-18 milioni di euro all’anno per affitto, utenze e stipendi.
Peccato che la Finanziaria 2011 preveda solo 7 milioni di euro.
E se il ministro Brunetta contava sul fatto che al fabbisogno
finanziario l’ente potesse fare fronte mettendo sul mercato
prodotti e servizi, così non è stato. Finora, infatti, non c’è
alcuna struttura dedicata alla commercializzazione; struttura che –
manco a dirlo – per funzionare ha bisogno di soldi e personale
qualificato ad hoc.