Cambio al vertice del Dipartimento per la Trasformazione digitale. Dal 1° aprile Mauro Minenna, attuale direttore generale di Aci Informatica, prenderà il posto di Luca Attias come coordinatore della struttura. Attias era in carica dal 2019.
Il passaggio di Minenna nella struttura ministeriale ha reso necesaria la riorganizzazione dei vertici in Aci Informatica dove ci sarà una co-gestione con due vice direttori generali: Francesco Castanò, ex Cto del Comune di Milano, per le attività operative, e Giancarlo Di Crescenzo per la governance.
Dal 2013 al vertice di Aci Informatica, Minenna vanta una lunga esperienza nel settore IT. Dal 2008 al 2018 è stato responsabile dei Sistemi Informativi di Anonima Petroli Italiana Spa dove ha definito il nuovo modello di governance dell’Informatica di gruppo.
Dal 2004 al 2007 è stato responsabile della funzione “Information management” di Poste Italiane a diretto riporto del Cio. A Minenna si deve la realizzazione e gestione del Data Warehouse aziendale e l’ideazione dello start-up e technical authority del progetto speciale “Service Delivery Platform”, finalizzato alla definizione della piattaforma tecnologica multi-canale del front-end di Poste Italiane.
Sempre in Poste, dal 2002 al 2003 è stato responsabile dell’unità “Metodologie e performance management”.
Dal 2004 al 2011 è ricoperto il ruolo di professore incaricato presso l’Università di Roma – Tor Vergata: insegnamento “Basi di dati” nell’ambito del corso di laurea in Ingegneria Informatica, Gestionale e delle Telecomunicazioni.
Intanto il ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao, ha svelato il piano Italia Digitale 2030.
In coerenza con le ambizioni del Digital Compass 2030 che prevede tutte le famiglie connesse con banda ultra-larga, 100% principali servizi al cittadino in digitale, il 5G in tutte le aree popolate, tutti i servizi pubblici online, 80% i cittadini con identità e domicilio digitale, accesso al fascicolo sanitario, l’Italia, ha evidenziato il ministro in Cdm “accelera sfruttando le risorse del Pnrr attraverso alcune priorità per la transizione digitale della PA”.
“La differenza tra un cittadino che si sente sostenuto dal suo Stato e uno trascurato è quella di sapere di poter essere riconosciuto in maniera semplice e sicura e di ottenere senza attrito ciò che gli spetta – ha spiegato Colao – Con la piena cittadinanza digitale, a cui ambiamo per il 2026, questo sarà possibile per tutti gli italiani e italiane”.
Pilastro per il pieno godimento della cittadinanza digitale è la banda ultralarga. Il piano punta a garantire l’accesso digitale a tutta la popolazione italiana ovunque si trovi, agli studenti di tutte le scuole, a tutti gli operatori sanitari e ai pazienti sul territorio italiano. Per realizzare l’esercizio dei “nuovi” diritti è necessario dunque che chiunque lo voglia possa interagire con la pubblica amministrazione tramite un solo punto di accesso – è il principio del “once only” – che fornisca informazioni, servizi e notifiche e permetta pagamenti e transazioni interamente digitali.
Il collegamento tra sistemi permetterà alla PA a sua volta di essere maggiormente efficiente nell’offrire i servizi e definire politiche pubbliche basate su dati aggregati tempestivamente aggiornati.
Questo può avvenire attraverso l’adozione di infrastrutture digitali in cloud, sicure e efficienti, flessibilmente scelte dalle PA centrali e locali secondo i diversi bisogni, che custodiranno i dati secondo principi di tutela della privacy e di riservatezza del trattamento, ha concluso il ministro.
Altri punti prioritari individuati sono: l’identità, domicilio, pagamenti e notifiche digitali per i principali servizi al cittadino, il fascicolo sanitario omogeneo nazionale, l’interoperabilità dei dati della PA sul principio “once only” ed elevati standard di sicurezza per dati e informazioni.
I punti chiave del piano Italia 2030 erano già stati annunciato da Colao in audizione al Senato sul Pnrr: banda ultralarga per tutti entro il 2026, cloud computing, PA interoperabile, digitale inclusivo, cybersecurity e innovazione “human centered”.
“La transizione digitale è una priorità dell’azione di governo. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza abbiamo in programma grandi iniziative di trasformazione, alcune delle quali verranno gestite direttamente dal ministero, altre coinvolgono ministeri dioversi – aveva detto – Stiamo coordinando molti progetti, per il trasferimento delle esperienze, il rafforzamento delle competenze e la razionalizzazione della spesa. Saranno fondamentali il sostegno e l’educazione dei cittadini alla vita digitale, perché questa partita devono poterla giocare tutti. Il piano Next Generation Eu prevede che almeno il 20% degli investimenti sia destinato alla transizione digitale, che nel caso dell’Italia si traduce in circa 40 miliardi: ma per il nostro Paese la cifra sarà considerevolmente superiore, e coinvolgerà le infrastrutture critiche, la sanità digitale e le competenze digitali. Una cifra che dovrà essere impiegata avendo ben chiari gli obiettivi, quindi come fare, in che tempi, privilegiando l’efficienza ed eliminando gli sprechi”.