IL DECRETO

Semplificazioni, sprint alla PA “mobile”: l’AppIO al centro della svolta

Nella bozza al vaglio del governo l’applicazione mobile faciliterà l’accesso ai servizi digitali e servirà anche per le autocertificazioni. PIù facile il rilascio di Spid e Cie. Ecco il documento

Pubblicato il 30 Giu 2020

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Trasformazione digitale della pubblica amministrazione, con le autocertificazioni che si potranno fare via app, banche dati che si parlano e pubblico che richiederà una sola volta i dati in suo possesso. Sono alcune delle novità contenute in una prima bozza del decreto Semplificazioni, 48 articoli ancora in via di definizione.

Entrando nel dettaglio la bozza prevede la facilitazione dell’accesso a tutti i servizi digitali dell’amministrazione “tramite Spid e Cie e tramite AppIO su mobile (obbligo per le amministrazioni di offrire i servizi anche in modalità digitale e su mobile)”. Si stabilisce anche Domicilio digitale ai professionisti, anche non iscritti ad albi nonché semplificazione e rafforzamento del domicilio digitale dei cittadini come modalità ordinaria di comunicazione con la PA.

Tra le novità più rilevanti, la verifica dell’identità digitale con Spid e Cie che sostituisce l’esibizione o la trasmissione di copia del un documento di identità in tutti i casi in cui è richiesta. L’AppIO servirà anche come strumento per fare autocertificazioni.

Sono previste, anche se nella bozza non sono ancora riportate, semplificazioni per il rilascio e la gestione dell’identità digitale e per la conservazione dei documenti informatici.

Normata anche la realizzazione di una piattaforma per la notificazione digitale “che operi come strumento unico per la notifica digitale di tutti gli atti della pubblica amministrazione”, si legge nel documento.

Sul fronte firma digitale dove sono previsti meno oneri burocratici  per le modalità di identificazione e accesso digitale per la firma elettronica avanzata e l’accesso ai servizi bancari, nel rispetto degli standard di sicurezza imposti dal diritto europeo, attraverso Spid, Cie o le credenziali in uso su rapporti consolidati e tracciabili.

Più facile anche la notifica via Pec degli atti giudiziari alla PA (al domicilio digitale iscritto nell’elenco Ipa ex art. 6-ter del CAD).

Il Capo II della bozza riguarda lo sviluppo dei sistemi informatici e dei servizi digitali della PA. C’è l’obbligo per le P.A. di sviluppare i propri sistemi con modalità idonee a consentire l’accesso da remoto ai propri dipendenti e favorire così il lavoro agile (smart working). Le misure di semplificazione dell’attività di coordinamento, indirizzo e sviluppo della strategia digitale saranno in capo al Dipartimento della trasformazione digitale e all’Agid.

Previsto anche un codice di condotta di condotta tecnologica, emanato dal Capo del Dipartimento della trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che detta regole omogenee per tutte le PA, “per gli acquisti Ict, per lo sviluppo dei sistemi e per la progettazione e realizzazione dei servizi digitali ai cittadini, con regole per la formazione tecnologica dei pubblici dipendenti ed esperti che affianchino i progetti di trasformazione digitale delle amministrazioni (obblighi di progettare i sistemi e i servizi per renderli fruibili in digitale tramite Spid e Cie e su mobile tramite AppIO, oltre che per consentire diffusamente il lavoro agile)”.

Al Capo III strategie per la gestione del patrimonio informativo pubblico per fini istituzionali con uno sprint all’interoperabilità dei dati delle pubbliche amministrazioni e dei concessionari di pubblici servizi. Si punta a garantire piena accessibilità e condivisione dei dati tra le PA per l’offerta dei servizi ai cittadini e per l’assunzione di decisioni di politica pubblica. Obbligo per i concessionari di pubblici servizi di rendere accessibili alle p.a. i dati acquisiti nell’esercizio della concessione.

In questo contesto si inserisce la norma sulla semplificazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati, tramite la quale le amministrazioni rendono immediatamente interrogabili, disponibili e fruibili alle pubbliche amministrazioni i dati pubblici e conoscibili al fine di consentire l’immediata erogazione di servizi pubblici o bonus (senza chiedere al cittadino dati già in possesso della PA) o al fine di consentire l’assunzione di decisioni di politica pubblica.

Infine l’istituzione di un regime autorizzativo unico, in capo al Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, per la sperimentazione di iniziative tecnologiche innovative.

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