Nella pubblica amministrazione italiana le donne rappresentano il 58,8% del totale dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici, ma, nelle posizioni apicali sono solo il 33,8%. Il gender gap rimane e, al ritmo attuale di crescita della presenza femminile nel personale dirigente, la parità di genere sarebbe raggiunta solo nel 2040. Questi numeri, e la conseguente stima, emergono da un’analisi realizzata da Fpa, società del gruppo Digital360, sulla presenza femminile nella Pubblica amministrazione elaborando dati di diverse fonti (dati sui dipendenti pubblici dal Conto annuale Rgs e dati sugli apicali da fonte Openpolis).
Il settore della Pa in cui le donne sono più presenti è quello dell’Istruzione-ricerca, che stacca tutti gli altri ambiti della pubblica amministrazione. Nell’istruzione sono impiegate 975mila donne, più di metà del totale di 1,9 milioni di donne presenti in tutta la Pa.
Il resto è suddiviso principalmente tra Sanità (454mila), Funzioni locali (275mila) e Funzioni centrali dello Stato (116mila).
Le donne per la transizione digitale
Se ci si sofferma su una figura dirigenziale specifica introdotta nel 2017, quella del Responsabile per la transizione al digitale (Rtd), i dati sono simili a quelli relativi alle cariche apicali. Da un’elaborazione Fpa su open data Agid – Ipa, emerge infatti che, a febbraio 2023, il 33,4% dei Rtd che risultano nominati è donna (quasi 3.500 Rtd donne su circa 10.400 Rtd nominati).
Di queste Responsabile per la transizione al digitale, il 66,5% è impiegata nel settore dell’Istruzione statale, il 50% nelle Agenzie ed enti per il turismo, il 42,9% nelle Agenzie ed enti regionali di sviluppo agricolo.
Sono solo il 10,2% tra i Commissari straordinari governativi, il 10,5% tra i Consorzi interuniversitari di ricerca e il 14,3% tra gli Enti e le istituzioni di ricerca pubblici.
Gender gap nelle posizioni apicali
Relativamente alle posizioni gli apicali, anche nel settore Istruzione-ricerca emergono percentuali basse: le donne ricoprono solo il 18,4% delle posizioni ai vertici delle università, il 18,7% di quelle degli enti pubblici di ricerca. Le donne in ruoli apicali sono al di sotto del 20% anche nelle Ambasciate (14,4%), negli enti pubblici economici (18,5%) e organi costituzionali o a rilevanza costituzionale (18,9%). La maggiore presenza si rileva invece nei ministeri senza portafoglio (45,5%), organi legislativi internazionali o europei (44,7%).
Considerando che tra il personale direttivo e di alta dirigenza nella Pa la presenza femminile è cresciuta negli ultimi dieci anni di 9 punti percentuali (da circa il 20% del 2010 al 29% nel 2020), se anche i ruoli apicali crescessero con questa velocità la parità di genere si raggiungerebbe solo nel 2040.
Accelerare il trend grazie al Pnrr
“Come emerge dai dati, negli ultimi anni sono stati compiuti passi avanti nella presenza delle donne nella pubblica amministrazione – commenta Gianni Dominici, Direttore generale di Fpa -, bisogna però fare ancora tanta strada per raggiungere la parità di genere nei settori apicali. L’obiettivo ambizioso sarebbe riuscire ad accelerare il trend, ottenendo la parità di genere in un decennio (entro il 2033), anche grazie alla spinta data dall’attuazione del Pnrr. Ma per raggiungere questo obiettivo, si dovrebbe raddoppiare la velocità di crescita attuale”.
Italia sotto la media europea
Confrontando la situazione italiana con quella europea (le statistiche europee si basano sul settore Ateco 2007 “O – Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria” che esclude l’istruzione, codice “P” nella classificazione), la ricerca Fpa evidenzia come le donne italiane siano molto meno presenti nella Pa della media degli altri paesi.
Nell’Europa a 27, secondo i dati Eurostat 2021, il 7,7% delle donne occupate lavora nella pubblica amministrazione, in Italia il 4,3%. Inoltre, mediamente in Europa si registra una presenza quasi paritaria di uomini e donne all’interno della pubblica amministrazione, dove le donne sono il 49,3% (istruzione esclusa), mentre in Italia la presenza femminile è al 35,3%.
Partire dalla questione culturale
“È molto importante alimentare il dibattito sui temi della parità di genere, analizzare gli aspetti di maggiore attualità, individuare i nodi più critici – conclude Maria Ludovica Agrò, Responsabile scientifico Fpa per l’attuazione del Pnrr e coordinatrice del Comitato di indirizzo sulla parità di genere -. Il ruolo e la presenza delle donne, nella Pa come in tutti gli altri ambiti del lavoro e della società, è prima di tutto un tema culturale, una sfida a stereotipi molto difficili da scalfire, ed è da qui che si deve partire. Proprio per questo Fpa ha avviato i lavori di un Comitato di indirizzo tutto al femminile in vista di Forum Pa 2023, affinché nel programma dell’evento il focus sui temi di genere e sulla parità vada ad arricchire di visioni, istanze e prospettive tutto il dibattito che si svilupperà nei giorni della manifestazione”.
Quest’anno Forum Pa, il grande evento dedicato ai temi dell’innovazione nella Pa e nei territori, si svolgerà dal 16 al 18 maggio 2023 presso il Palazzo dei Congressi di Roma.