Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica ed esperti di innovazione, boccia il portale “Dovesalute”, lanciato dal ministero della Salute che contiene tutte le informazioni sugli ospedali italiani e dà la possibilità agli utenti di lasciare un commento sulla qualità della struttura.
“Io non credo opportuno che lo Stato si occupi di realizzare servizi, se non in situazioni di sistemi a rete (con finalità inclusive di soggetti altrimenti esclusi) o di fallimento del mercato – spiega Quintarelli sul suo blog – Durante lo scorso governo sono stato chiamato in qualità di esperto (pro bono) per fare una review di alcuni servizi in corso di sviluppo da anni nell’ambito del ministero dello Sviluppo Economico. In questa occasione ho suggerito di abbandonare l’idea della realizzazione di un servizio all’utente realizzando invece una infrastruttura di dati e protocolli, aperto a soggetti privati che avrebbero potuto realizzare i servizi agli utenti finali”.
Cosa che, secondo il deputato di Sc, avrebbe dovuto fare anche il ministero della Salute, invece che attivare un sito figlio della burocrazia. “Un burocrate pensa alla terminologia coerente con la normativa; un uomo di mercato pensa a quella che usano gli utenti – spiega – Un burocrate tende a pensare alle funzioni, un uomo di prodotto a come queste sono impacchettate e proposte, un uomo di mercato alla diffusione del prodotto/servizio”.
“Quanti sviluppatori avrebbero fatto app (anche a livello locale con georeferenziazione, con integrazione di altri dati locali), quanti portali e siti di news avrebbero fatto il loro sistema di consultazione dei dati, con il risultato di renderlo vicino agli utenti quando gli servirà? – si chiede Quintarelli – Basta cercare su google “trova ospedale” per avere una risposta…”
E ancora: “al ministero si metteranno a spendere soldi per la sua promozione su social o su motori di ricerca. Sarà interessante tra un anno vedere quante saranno state le consultazioni e quanto il costo del servizio”.
C’è infatti “una distanza notevole tra saper immaginare un servizio online (anche essendo utenti esperti), sapere come svilupparlo (anche gradevolmente) e sapere come fare in modo che sia diffuso vastamente con efficienza ed efficacia”.
Di tutt’altra opinione il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, secondo cui Dovesalute dà avvio a una vera e propria “una rivoluzione della trasparenza dei servizi sanitari e anche un cambio culturale”.
“Il cittadino potrà, digitando su internet la patologia e il nome della città, sapere – ha spiegato il ministro – dove e come viene trattata e con che esiti e potrà commentare il tipo di ospedalità ed accoglienza ricevuti”.
Tra l’altro il sito servirà anche per presentare il sistema sanitario italiano a chi vive nel resto d’Europa. La nuova disciplina sulla sanità transfrontaliera infatti prevede una maggiore facilità per i pazienti di spostarsi da un paese all’altro e l’Unione Europea ha chiesto agli stati membri di dare informazioni sui propri servizi a chi arriva da fuori.
Nelle prossime settimane verranno inseriti sul sito tutti gli ospedali, ma anche altre strutture sanitarie, come ambulatori, farmacie, centri di riabilitazione, guardia medica, consultori ed altro ancora. L’idea è anche quella di fare un grande censimento dei servizi offerti in Italia. Ovviamente però la cosa importante è l’informazione che si vuole dare ai cittadini, i quali dovrebbero trovare un quadro chiaro che permette di scegliere una buona struttura, magari vicino a casa, dove curarsi.
Nella homepage del sito potranno digitare il nome della patologia o la specialità e indicare il codice di avviamento postale (cap) di residenza o il nome della struttura dove pensano di curarsi. Troveranno tutte le informazioni sull’ospedale (anche varie fotografie): da quelle per raggiungerlo, alla disponibilità del parcheggio, dalla presenza della tv in camera ai servizi offerti. Ci sono poi i numeri di telefono dei reparti, gli orari di visita, i nomi dei responsabili, e tante altre cose.
Uno dei punti più delicati, che tra l’altro rende il sito del ministero diverso da quelli delle singole Asl dove ormai si trovano molte informazioni, riguarda i commenti degli utenti, cioè la funzione che ha fatto parlare di “Tripadvisor della sanità”.
La possibilità per i cittadini di esprimere un’opinione era vista con un certo timore da parte del sistema sanitario. Per ora si prevede che l’attivazione della sezione “avverrà in maniera graduale e sarà configurabile in base al gradimento dell’iniziativa da parte dei cittadini”. Non si vuole cioè forzare la mano. Comunque si pensa di chiedere il parere (in una scala da una a cinque stelle) su alcuni aspetti come la qualità dei pasti, la pulizia, il rispetto della privacy, la gentilezza del personale. Verrà richiesto l’utilizzo di una posta Pec a chi vuole dare un commento.
Un’altra cosa importante, per ora non attivata, è la possibilità di controllare “gli esiti” dell’attività dei vari reparti, cioè la qualità dell’assistenza. Si dovrebbero utilizzare i dati di Agenas (l’Agenzia delle Regioni) che potrebbero servire ad orientare la scelta dei cittadini, i quali si rivolgeranno alle strutture con i dati migliori.