“Nell’ultimo biennio si è registrata una vera e propria esplosione del numero di cittadini che si è rivolto a Poste Italiane per avere per la prima volta la propria identità digitale: parliamo di oltre 20 milioni di cittadini, pari all’83% delle identità digitali concesse a livello di sistema. La crescita è dipesa anche dal fatto che le pubbliche amministrazioni centrali, e sempre di più locali, mettono a disposizione servizi che possono essere fruiti con questa identità. Il lavoro a livello di sistema è essenziale perché questa identità diventi diffusa e standard”.
Lo ha detto Laura Furlan, responsabile mercato imprese e Pa di Poste Italiane in audizione alla commissione parlamentare per la semplificazione, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla semplificazione delle procedure amministrative connesse all’avvio e all’esercizio delle attività di impresa. “Lo Spid c’è da tanti anni – ha puntualizzato -: era partito con una iniziale progressione lenta, con pochi servizi attivi a livello locale e nazionale, ma sempre di più nell’ultimo anno è diventato uno standard, e può crescere ancora. Il dato complessivo a livello nazionale, considerando anche gli altri operatori, è di 25 milioni di identità digitali erogate e le amministrazioni sono oltre 8 mila. Favorire ancora di più l’utilizzo a livello nazionale consente di poter estendere sempre di più il numero di servizi erogabili sui canali digitali”.
Cittadini sempre più digital
“Gli ultimi due anni ci consegnano un territorio diverso in cui abbiamo visto molte piccole imprese e cittadini avvicinarsi per necessità al digitale – ha spiegato -. I cittadini hanno imparato a lavorare, studiare, ricevere servizi e comprare con il digitale, e negozi, piccole e grandi imprese hanno dovuto trovare modalità di servizio digitale. In questo le infrastrutture e la possibilità di fruire del servizio facilmente e in modo univoco è un fattore distintivo. Noi, lo scorso anno, abbiamo gestito 400 milioni circa di transazioni e-commerce, molte di nuove persone fisiche che hanno imparato a comprare online. E’ stato, invece, raggiunto il milione di pacchi consegnati giornalmente, sempre di più anche da piccole imprese e operatori locali. Oggi gestiamo il 36% di queste transazioni, osserviamo un ampliamento importante di coloro che si trovano per la prima volta a interagire con queste modalità”.
“La progressiva digitalizzazione e l’apertura verso il mondo dell’e-commerce erano trend già in atto prima della pandemia, ma il lockdown ha ulteriormente fatto progredire la velocità e noi abbiamo registrato sui nostri stessi canali delle interazioni che si sono spostate fortemente sul fronte digitale”, ha aggiunto.
“Poste ha 12mila uffici postali presenti sul territorio ma per consentire di raggiungere questi numeri, soprattutto a livello di sviluppo dell’e-commerce – hanno aggiunto i rappresentanti di Poste Italiane – abbiamo lavorato anche su una rete aggiuntiva di presenza fisica, 37 mila ulteriori punti che abbiamo chiamato Punto Poste, legati alla possibilità di ricevere un pacco e di avere un servizio di pagamento presso punti della grande distribuzione, bar o tabaccai, stazioni di servizio e luoghi connessi”.
Transizione verso la sostenibilità ambientale
In termini di strategia aziendale “portiamo avanti in modo importante il tema legato alla transizione ecologica e la conversione verso la sostenibilità ambientale di tutti i business delle imprese – hanno concluso i rappresentanti di Poste -. Ci siamo posti il problema di come questo aumento importante dell’e-commerce diventi anche sostenibile. Ci siamo dati due obiettivi: il 30% delal riduzione delle emissioni entro il 2025 e il raggiungimento entro il 2030 della neutralità delle emissioni. Questo dal punto di vista industriale significa cambiare la modalità in cui i postini e coloro che consegnano i pacchi lavorano con mezzi ecologici, rivedere tutti i processi e lavorare sempre di più in quest’ottica”.