IL BILANCIO

E-fattura “antievasione”: bloccati 688 milioni di euro di falsi crediti Iva

I dati rilasciati dall’Agenzia delle Entrate a due mesi dall’obbligo B2B: a quota 2,7 milioni gli operatori che hanno inviato 350 milioni di documenti, con una percentuale di scarto pari al 3,85%

Pubblicato il 18 Mar 2019

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L’e-fattura spinge la strategia digitale dell’Agenzia delle Entrate. Secondo i dati sulle attività dell’ente, rilasciati oggi dal direttore Antonino Maggiore, la fatturazione elettronica continua il suo “rodaggio” con 350 milioni di documenti già arrivati al Sistema di interscambio, gestito dal partner tecnologico Sogei. In crescita anche gli altri numeri che attestano l’impegno di Ade nella digitalizzazione dei servizi pubblici.

L’e-fattura si consolida e svela i primi risultati antievasione e antifrode

Dopo la prima fase di avvio, la fatturazione elettronica è entrata nel vivo e nel quotidiano di milioni di italiani. Sono, ad oggi, circa 2,7 milioni gli operatori che hanno inviato 350 milioni di e-fatture, con una percentuale di scarto pari al 3,85%. Proprio grazie alle analisi del rischio basate su e-fatture e dati del portale Fatture e corrispettivi, in poco più di due mesi è stato smascherato un complesso sistema di frodi messo in atto attraverso false fatturazioni tra società cartiere e sono stati scoperti e bloccati falsi crediti Iva per 688 milioni di euro.

Servizi più rapidi, avanza ancora il digitale 

Sul fronte dell’attività di servizio ai cittadini, nel 2018 sono stati erogati rimborsi a famiglie e imprese per un ammontare di 17,5 miliardi di euro (+8% rispetto all’anno precedente). Cresce l’utilizzo dei servizi online – a quota 8,4 milioni gli utenti registrati ai servizi telematici dell’Agenzia (+20% sul 2017) – e aumentano le visite al cassetto fiscale, che sfiorano i 30 milioni (+12% rispetto al 2017). Dei circa 1,9 milioni contratti di locazione quasi 7 su 10 sono stati registrati tramite i servizi telematici dell’Agenzia. Per quanto riguarda i servizi catastali e ipotecari, lo scorso anno sono stati presentati online oltre 1,4 milioni di atti di aggiornamento delle banche dati e 4,3 milioni di atti di aggiornamento delle intestazioni catastali. Il modello F24 si conferma essere il principale strumento per il versamento di imposte e contributi: nel 2018 sono complessivamente affluiti ai sistemi dell’Agenzia versamenti per 608 miliardi di euro, al netto delle compensazioni, di cui il 96% tramite servizi telematici.

Il recupero di Agenzia Entrate-Riscossione

L’azione svolta dall’agente della riscossione ha riportato complessivamente nelle casse dello Stato 10 miliardi di euro. Di questi, 6,1 miliardi sono ruoli ordinari emessi per conto dell’Agenzia delle Entrate e di altri enti e 3,91 miliardi derivano, complessivamente, dalla prima e dalla seconda rottamazione delle cartelle. Le somme riscosse arrivano per il 55% da contribuenti con debiti superiori a 100mila euro e per il 21% da cittadini con debiti compresi tra 10 e 50mila euro. Solo l’1,8% degli importi riscossi arriva da cittadini con debiti fino a 1.000 euro.

 Le misure per l’attrattività e la consulenza del Fisco

Tra le misure per l’attrattività del Paese, si segnalano 27 risposte relative all’interpello nuovi investimenti, che, in previsione, porteranno maggiori risorse per circa 15 miliardi e 13mila nuovi posti di lavoro su base pluriennale. Sono nove le grandi società ammesse lo scorso anno al regime di adempimento collaborativo (cooperative compliance). Sono stati, infine, conclusi nel 2018 618 accordi di Patent box. Sul versante dell’interpretazione normativa, il 2018 ha visto l’Agenzia rispondere puntualmente a tutti gli interpelli in scadenza nell’anno, pari a 11.167. Più brevi i tempi di lavorazione: per il 91% degli interpelli ordinari è stata fornita una risposta entro 80 giorni, anziché nel termine ordinario di 90; al 96% degli interpelli probatori è stato dato riscontro entro 90 giorni anziché nel termine standard di 120. Si accorciano i tempi anche in tema di consulenza giuridica: per l’86% delle richieste risposta entro 90 giorni rispetto ai 120 previsti.

68mila i ricorsi in primo grado, -60% grazie alla mediazione

Nel 2018 sono ulteriormente calati i ricorsi tributari in primo grado rispetto agli anni precedenti. L’anno scorso sono stati, infatti, 68mila i contribuenti che si sono rivolti alla Commissione tributaria provinciale, a fronte dei 70mila ricorrenti del 2017. Il calo supera il 60% se si confrontano i ricorsi del 2018 con quelli presentati nel 2011, vale a dire l’anno precedente all’introduzione dell’istituto del reclamo/mediazione.

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