IL PROGETTO

E-fattura B2B, allarme Cna: “L’obbligo è un danno le piccole imprese”

Le nuove norme entreranno in vigore a gennaio 2019. Ma per l’associazione degli artigiani metteranno a rischio l’intero sistema produttivo: “Serve un periodo di sperimentazione rigoroso. Indispensabile un rinvio”

Pubblicato il 09 Mar 2018

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L’entrata in vigore della fatturazione elettronica obbligatoria per tutte le imprese tra soli nove mesi – il debutto è previsto a gennaio 2018 – rischia di arrecare un grave danno al sistema produttivo, in particolare alle imprese di minore dimensione. Per questo ne è indispensabile un rinvio. L’allarme lo lancia la Commissione nazionale di 19 esperti costituita dalla Cna con l’obiettivo di studiare i problemi che derivano dall’introduzione della fatturazione elettronica e di individuare una soluzione ottimale per le imprese e per le istituzioni. La Commissione ha messo in luce i pesanti rischi dell’appuntamento del prossimo anno.

Non si ritiene una scelta saggia l’avvio del sistema senza farlo precedere da un periodo adeguato di sperimentazione e di test rigorosi e controllati, concordati e condivisi con le grandi associazioni di rappresentanza delle imprese. Secondo Cna va scongiurato, prima di tutto, il rischio che si blocchi rendendo impossibile l’arrivo delle fatture a destinazione e il relativo incasso. Insieme all’avvio graduale occorre eliminare da queste procedure la firma elettronica, riducendo all’osso le informazioni necessarie alla compilazione corretta e completa della fattura elettronica.

Su richiesta delle imprese, inoltre, lo Sdi (Servizio di interscambio digitale dell’Agenzia delle Entrate) dovrà trasmettere le fatture anche agli intermediari e fornire gratuitamente il servizio di archiviazione elettronica delle fatture per tutti i fini fiscali e civilistici. La Commissione di esperti chiede infine che, contestualmente all’entrata in vigore della fatturazione elettronica, vengano: eliminati split payment, reverse charge e obbligo di comunicazione dei dati delle liquidazioni Iva; innalzato il limite da cui scatta l’obbligo di apposizione del visto di conformità per poter compensare i crediti fiscali da 5mila a 50mila euro; effettuati i rimborsi Iva entro tre mesi dalla presentazione della dichiarazione annuale; 4) ridotta in maniera consistente la ritenuta dell’8% sui bonifici relativi a spese per lavori edili per cui si rende applicabile la detrazione fiscale.

La manovra 2018 introduce l’obbligo di fattura elettronica nelle operazioni tra i privati. Un obbligo che, però, sarà articolato in due tempi. Si comincerà dal 1° luglio 2018 per cessioni di benzina o gasolio per motori e per le prestazioni di subappaltatori nel quadro di un contratto di appalti pubblici. Poi dal 1° gennaio 2019 l’obbligo sarà esteso a tutte le operazioni business to business (le cosiddette B2B) e viaggerà attraverso il sistema di interscambio (lo Sdi), lo stesso canale in cui sono già transitate le fatture elettroniche verso la PA e di recente i dati delle comunicazioni delle liquidazioni Iva e quelli per lo spesometro.

Secondo il Mef se il progetto funziona, la stima minima è di 3-4 miliardi di risparmi. “La fatturazione elettronica è conveniente ad ogni livello: consente un risparmio quantificabile per ciascuna fattura gestita, rispetto ai modelli di fatturazione “tradizionali” e questo vale non solo per le grandi aziende, ma anche per le realtà più piccole”, dicono dal Mef.

 

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