Il tavolo con i Comuni coordinato dall’Agid sta per partire, e avrà il compito di disegnare la strada che porterà al 6 giugno 2015, momento in cui le amministrazioni comunali dovranno dotarsi di un sistema di emissione e ricezione delle fatture elettroniche da cui passeranno tutte le proprie transazioni economiche, collegato con il sistema di interscambio per il monitoraggio nazionale dei flussi di fatturazione.
Non si è ancora entrati nel merito di quale sarà il sistema che sarà adottato, e si pone già il problema che dovrà consentire l’interoperabilità a chi, da questo punto di vista i Comuni più virtuosi, è già organizzato e conta già su un sistema elettronico di gestione del bilancio e dei pagamenti. Una quadro che in Italia è a macchia di leopardo, ma che – spiegano dall’Anci, l’associazione nazionale del Comuni Italiani guidata dal sindaco di Torino Piero Fassino – in generale vede più avanti i centri più grandi, e quelli che hanno potuto contare in questi anni in amministrazioni particolarmente sensibili al tema per ogni ordine di motivi, dal controllo della spesa alla trasparenza degli atti alle esigenze di offrire servizi online avanzati a cittadini e aziende.
Nello specifico, ci sono una serie di attività che i Comuni devono mettere in atto, modificando l’organizzazione interna, individuando gli uffici e le strutture deputate alla ricezione delle fatture elettroniche, oltre che un canale di comunicazione verso il sistema di interscambio. E poi pianificare la protocollazione e la conservazione delle fatture elettroniche, che in molti casi potrebbe essere un nodo di passaggio cruciale per il funzionamento dell’intero sistema. I Comuni, quindi, hanno a disposizione poco più di un anno per allinearsi tutti su uno standard che consentirà loro di poter ricevere le fatture elettroniche dai fornitori, “metabolizzarle”, pagare le proprie e rendere disponibili tutti i dati in un flusso continuo verso il sistema centrale.
La sfida, per chi non c’è ancora, sarà quella di entrare nel sistema. E per chi già c’era, invece, sarà di adeguarsi agli standard generali che saranno ufficializzati dal tavolo all’Agid insieme a Sogei, che gestisce il sistema centrale. Proprio sulla semplicità di gestione del sistema, e sull’interoperabilità con quelli che le singole amministrazioni hanno già adottato, magari investendo risorse pubbliche su questi progetti, si giocherà gran parte della riuscita dell’operazione, di cui tutte le specifiche tecniche dovrebbero essere pronte, secondo le aspettative dell’Anci, al massimo entro la fine del 2014. D’altra parte le difficoltà poste da questo passaggio non dovrebbero essere insormontabile, dal momento che i sistemi già in uso non sono tantissimi, e sono tutti ben noti agli addetti ai lavori.
C’è da aggiungere, in ogni caso, che l’obbligo di fatturazione elettronica non toccherà l’autonomia di ogni Comune nella gestione dei propri sistemi contabili, che in teoria ogni amministrazione potrebbe decidere di non cambiare, ma soltanto le modalità di entrata e di uscita dei dati.
E se quindi gli occhi dei Comuni, grandi e piccoli, organizzati e attendisti, hi-tech e tradizionalisti, sono puntati sul sistema che sarà adottato per la gestione dei dati, dall’Anci sottolineano la propria disponibilità ad accompagnare nel percorso tutte le amministrazioni, e soprattutto quelle in difficoltà, mettendo a disposizione le proprie competenze e chiedendo ovviamente che a tutti vengano offerti assistenza e supporto per gestire al meglio la fase di transizione, comprese le esigenze di formazione del personale che potrebbero rendersi necessarie prima della prossima estate.
Un altro elemento in discussione è quello che le Regioni possano mettersi a disposizione come “hub” nei confronti dei Comuni per offrire loro sia i software, sia le competenze necessarie per adeguarsi agli obblighi di legge senza scossoni. Una disponibilità avanzata da alcune amministrazioni ma che all’Anci preferiscono prendere con le molle, pianificando in ogni caso di lavorare a un sistema proprio, per evitare che le differenze, in termini di disponibilità e di soluzione adottate, tra le varie regioni, possa creare più problemi di quanti non prospetti di risolverne. Il rischio da evitare, secondo i Comuni, sono le scelte “organizzativo-tecnologiche” sbagliate. Nessuno oggi potrebbe dirsi contrario alla fatturazione elettronica, ma lo strumento è fondamentale, perché se non è adeguato si rischia l’effetto boomerang.