Scatta domani, 1° luglio, l’obbligo di fatturazione elettronica a nuove categorie di soggetti titolari di partita Iva finora esclusi, in linea con quanto stabilito dal Decreto Pnrr 2. La novità riguarda in particolare i soggetti in “regime di vantaggi”, fra cui i contribuenti in “regime forfettario” e le associazioni che hanno esercitato l’opzione per l’applicazione del regime speciale ai fini Iva delle imposte sui redditi e che nel periodo d’imposta precedente hanno conseguito dall’esercizio di attività commerciali proventi per un importo fino a 65mila euro.
Il nuovo obbligo interesserà da domani chi – nell’anno precedente – ha avuto ricavi superiori a 25mila euro, e a partire dal 1° gennaio 2024, i restanti soggetti. La norma prevede anche un regime transitorio, per cui da luglio a settembre 2022 le fatture potranno essere emesse entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione.
Favorevoli e contrari si equivalgono
Ma come è accolta la novità dai liberi professionisti e dalle ditte individuali che adottano il regime fiscale forfettario? Ad indagare a riguardo è la nuova indagine Nielsen commissionata da Aruba. Secondo i risultati della survey, svolta tra fine maggio e inizio giugno 2022, la nuova normativa polarizza gli intervistati, e i favorevoli e i contrari arrivano quasi ad equivalersi: il 40% si dice molto o abbastanza favorevole, a fronte di un 36,5% che invece si professa abbastanza o molto contrario. Il restante 23,5% del campione coinvolto si dice indifferente o poco interessato. Interessante il dato che sottolinea come i più favorevoli alla nuova normativa siano i giovani (18-34 anni), mentre, al contrario, i meno propensi appaiono gli over 55.
Coloro che hanno un atteggiamento favorevole, inoltre, ritengono che i vantaggi della nuova normativa siano legati soprattutto all’ottimizzazione della gestione delle fatture (43%) e al contrasto all’evasione fiscale (40,8%). Tra i benefici da evidenziare seguono l’obiettivo della dematerializzazione dei documenti (32,7%), la riduzione dei tempi (24%), una maggiore sicurezza (22%) e la diminuzione degli errori (21,6%).
Al di là della percezione complessiva, un professionista su tre si dice preoccupato – invece – dall’imminente obbligatorietà, principalmente per paura di dover sostenere nuovi costi aggiuntivi (58,2%) e di dover apprendere il funzionamento di processi nuovi e differenti da quelli utilizzati in precedenza e a cui era abituato (42,3%). Ulteriori dubbi nascono in relazione alla necessità di modificare l’attuale processo di gestione delle fatture (41,3%), al rischio di incorrere in sanzioni (26,5%) e a quello di complicare i rapporti con fornitori e clienti (21,5%).
Il 77% già emette fatture elettroniche
In generale, al di là dell’obbligatorietà, più di un terzo degli intervistati emette già fatture elettroniche e nel 77% dei casi se ne occupa in prima persona. A delegare l’attività ad un commercialista è poco più del 21% del campione preso in esame da Nielsen. In più, secondo gli intervistati, la velocità di gestione delle fatture è il primo driver di scelta in un servizio di fatturazione elettronica (58,1%) seguito dal supporto tecnico online via chat (33,3%) e da una chiara visione grafica dell’attività (31,5%).
Una curiosità che emerge dall’indagine Aruba-Nielsen: quante fatture emette in media un forfettario? Secondo lo studio, circa l’83% dei professionisti coinvolti dalla nuova normativa emette fino a 50 fatture l’anno; il 10,5% fino a 100 e solo il restante 6,5% supera le 100.
“La fatturazione elettronica è oramai parte integrante di un processo di digitalizzazione capace di ridurre i costi amministrativi delle imprese e consentire un risparmio di tempo, spazio e sicurezza di archiviazione – commenta Gabriele Sposato, direttore marketing di Aruba – Benefici che riscontreranno anche i professionisti in regime forfettario che sperimenteranno a breve una più efficace gestione dell’intero sistema di fatturazione a beneficio dei processi aziendali, più agili e sicuri, e anche dell’ambiente, grazie ad una riduzione massiva delle fatture cartacee”.