LO STUDIO

e-Gov, la metà degli europei usa i servizi online

Secondo uno studio della Commissione Ue il 46% dei cittadini utilizza i servizi online, ma chiede più efficienza. In pole le prestazioni relative alla dichiarazione dei redditi, al cambiamento di residenza e alle iscrizioni scolastiche. Neelie Kroes: “Il nostro impegno sempre più forte”

Pubblicato il 28 Mag 2013

F.Me.

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Quasi metà dei cittadini Ue (il 46%) accede a Internet per cercare un lavoro, usare le biblioteche pubbliche, presentare la dichiarazione dei redditi, registrare una nascita, richiedere il passaporto o ricorrere ad altri servizi di eGovernment. L’80% dichiara che i servizi pubblici online gli fa risparmiare tempo, il 76% apprezza la flessibilità e il 62% dice che riesce a risparmiare denaro. Ma gli stessi utenti dichiarano poi di essere più soddisfatti dei servizi bancari online (8.5 di soddisfazione su una scala da 0 a 10), e dello shopping online (7.6) rispetto ai servizi pubblici online (6.5). Sono questi i punti salienti dello studio comparativo e-Government 2012 della Commissione europea.

“Si tratta di una tendenza promettente per l’e-Government in Europa – commenta il commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes – Tuttavia, il fatto che gli utenti siano più soddisfatti dei servizi bancari online che dei servizi pubblici online dimostra che le pubbliche amministrazioni devono progredire nella progettazione di servizi di e-Government commisurati ai bisogni dei cittadini. Inoltre dobbiamo fare di più per fare funzionare l’eGovernment anche al di là delle frontiere.”

La ricerca, che ha analizzato il comportamento di 28.000 utenti della rete in 32 paesi, ha rilevato che i servizi maggiormente utilizzati sono stati quelli relativi alla dichiarazione dei redditi (il 73% la presenta online), al cambiamento di domicilio o residenza (57%) e all’iscrizione a un ciclo di studi superiori e/o alla candidatura per una borsa di studio (56%). Il 54% degli intervistati continua a preferire un contatto diretto o altri canali tradizionali, almeno il 30% dichiara che ricorrerebbe regolarmente all’e-Government se fossero offerti servizi più adatti ai propri bisogni; il 47% degli utenti dell’eGovernment sono pienamente soddisfatti del servizio offerto, mentre il 46% dichiara di avere ottenuto solo parzialmente ciò che cercava.

Inoltre dalla relazione emerge che sono necessari miglioramenti ai servizi online per importanti eventi che si verificano nell’arco della vita, come la perdita del posto di lavoro o una nuova assunzione, la fondazione di un’impresa o l’iscrizione a un ciclo di studi.

Per le persone che risiedono nel proprio paese di origine, in media oltre la metà delle pratiche amministrative correlate a questi momenti chiave della vita potrebbero essere svolte online. Le informazioni relative alle pratiche rimanenti si trovano a loro volta online. Per coinvolgere maggiormente i cittadini è però necessaria una maggiore trasparenza e una più agevole interazione con gli utenti .

La situazione appare meno rosea per i quasi 2 milioni di cittadini che si trasferiscono o fanno i pendolari da uno Stato membro all’altro. Mentre la maggioranza degli Stati membri forniscono informazioni su come studiare o fondare un’impresa all’estero, la possibilità di effettuare un’iscrizione online è meno diffusa. Sono infatti solo 9 i paesi che consentono ai cittadini di un altro Stato membro di iscriversi a un ciclo di studi tramite internet, mentre solo 17 paesi consentono di sbrigare online almeno alcune delle pratiche necessarie alla fondazione di un’impresa.

Dal dicembre 2010 la Commissione e le pubbliche amministrazioni degli Stati membri lavorano per espandere e migliorare i servizi internet offerti. Il piano d’azione eGovernment contiene 40 misure specifiche volte ad agevolare l’uso di servizi internet da parte dei cittadini e delle imprese. La Commissione sta attualmente valutando i progressi e presenterà una relazione a riguardo entro la fine del 2013.

Brixelles è inoltre impegnata nel sostegno all’uso di servizi pubblici online operativi su base transfrontaliera. In particolare la Commissione ha contribuito a finanziare progetti pilota su vasta scala volti a collegare diversi sistemi online nazionali e fornire così gli elementi costitutivi dei servizi pubblici transfrontalieri europei. Si sta lavorando nel campo dell’identificazione elettronica (eID) (Stork 2.0), della sanità elettronica (eHealth) (epSos) e della giustizia elettronica (eJustice) (e-Codex). Sono stati completati con successo precedenti progetti pilota sull’eBusiness (Spocs) e sugli appalti pubblici online (eProcurement). Anche nel periodo 2014-2020 la Commissione intende proseguire nel sostegno a infrastrutture interconnesse di servizi digitali come eIdentification ed eProcurement, grazie al meccanismo per collegare l’Europa (Connecting Europe Facility).

In parallelo, le proposte di normativa Ue in materia di identificazione elettronica, autentificazione e firme presentate l’anno scorso puntano ad fare in modo che le persone e le imprese possano utilizzare la propria carta d’identità elettronica nazionale per accedere ai servizi pubblici in altri paesi Ue. Tali norme daranno inoltre vita a un mercato interno per le firme elettroniche e ai connessi servizi fiduciari online transfrontalieri.

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