IL REPORT

Cybersecurity, sanità italiana sotto schiaffo. Gli IT manager: “Inadeguata una struttura su due”

Mancanza di tecnologie e di competenze i punti più critici di aziende pubbliche e private, secondo uno studio di Bitdefender. Fonti dell’attacco non individuate nel 43% dei casi. Solo un terzo delle organizzazioni esegue il monitoraggio di infrastrutture e macchinari. Esternalizzazioni in vista

Pubblicato il 24 Giu 2021

heatlh, sanita

Sistemi operativi non supportati o obsoleti, scarsi livelli di protezione per i dispositivi medici, insufficiente monitoraggio dei rischi per le infrastrutture sanitarie e i macchinari diagnostici. E’ questo lo scenario che mette a rischio la sicurezza della sanità italiana. La denuncia parte dagli IT manager italiani, secondo i quali nonostante l’aumento di attacchi hacker al settore l’efficienza per le attività di risposta è al 49%.

Emerge dallo studio “Healthcare Cybersecurity” realizzato da Bitdefender (e presentato all’Healthcare Security Summit 2021 di Clusit) intervistando i responsabili delle decisioni IT nell’ambito della sicurezza informatica in strutture sanitarie pubbliche (85%) e private (15%), per valutare livello di efficienza e lacune per il raggiungimento della completa efficienza.

“La maggior parte delle organizzazioni sanitarie – dice Denis Valter Cassinerio, Regional Sales Director Sud Europa di Bitdefender – sta cercando di esternalizzare parte delle operazioni di cybersecurity come sottolinea il 79% degli intervistati”.

Insufficienti tecnologie e competenze

Lo studio, si legge in una nota, “evidenzia rilevanti criticità sia in termini tecnologici che di competenze: rilevazione degli attacchi (44%), cultura (44%) e competenze (46%) sono i punti più deboli tra tutti i fattori presi in esame”.

Per contrastare la vulnerabilità ai cyberattacchi, Bitdefender ritiene che le organizzazioni nell’ambito della sanità debbano garantire sei fattori principali: protezione, rilevamento, risposta, competenze, budget, organizzazione, cultura e leadership.

Secondo gli intervistati, i parametri più efficienti sono l’uso di soluzioni per la protezione degli endpoint (74%), la visibilità sugli asset da proteggere (67%) e l’uso di una soluzione per la gestione delle password (66%).

Le principali lacune sono legate all’uso di sistemi operativi non supportati o obsoleti come sostiene il 64% degli intervistati e la mancanza di adeguati livelli di protezione per i dispositivi medici secondo i regolamenti Ue, sottolineato dal 59% dei partecipanti.

“Bocciata” l’efficacia del rilevamento

In tutti gli aspetti presi in considerazione per un rilevamento efficiente, le percentuali non raggiungono mai la sufficienza. Gli attuali strumenti di rilevamento in ambito Endpoint Detection and Response e Advanced Persistent Threat sono considerati efficienti solo per il 53% degli intervistati. Evidenti le difficoltà anche nel determinare la fonte dell’attacco, individuata solo nel 43% dei casi.

Inoltre vengono rilevate criticità anche sul monitoraggio costante dei rischi per le infrastrutture sanitarie e i macchinari diagnostici che nel 67% dei casi non viene eseguito; sul monitoraggio della visibilità dei livelli di rischio dell’organizzazione effettuata (41% degli intervistati); sull’utilizzo di strumenti di analisi del rischio impiegati solo nel 43%.

Poche simulazioni di attacco

Le principali lacune sono legate al fatto di non avere un Security Operation Center (67%), non eseguire abbastanza simulazioni di attacchi per comprendere dove rafforzare i processi di resilienza (63%) e non avere piena visibilità sulla catena degli attacchi (59%).

Secondo gli intervistati, per il fattore competenze, gli aspetti più efficienti si riferiscono all’impiego di esperti esterni se necessario (67%) e al basso turnover dei dipendenti (66%).

Il nodo delle skill

Il report sottolinea l’insufficienza del personale specializzato in cybersecurity denunciata dal 74% degli intervistati, il conseguente sovraccarico di lavoro a cui è sottoposto il personale attuale (64%) e la difficoltà nel reperire personale qualificato attraverso nuove assunzioni (64%).

Inoltre, secondo i responsabili IT, una serie di difficoltà sono legate al fatto di non avere un budget dedicato alla cybersecurity determinato in funzione dell’analisi del rischio e basato sul ritorno sugli investimenti in sicurezza come evidenzia il 60% degli intervistati. A queste, si somma l’incapacità di guidare i cambiamenti necessari con il budget attuale, come sottolineato dal 53% degli intervistati.

Assenza di leadership

L’efficienza complessiva per organizzazione, cultura e leadership è al 44%, stando al report. Secondo gli intervistati, gli aspetti più efficienti in questa categoria si riferiscono all’includere la cybersecurity ogni volta che si introducono nuove soluzioni IT (61%) e al supporto delle normative vigenti in termini di adozione delle tecnologie per la sicurezza informatica (54%).

In questo ambito emergono però anche mancanze legate all’assenza di formazione di leadership nella cybersecurity per le funzioni chiave dell’organizzazione (70%), all’insufficiente riconoscimento del rischio di cybersecurity da parte del consiglio di amministrazione (70%) e al non sentirsi supportati dal governo per migliorare il livello di cybersecurity (66%).

Secondo gli intervistati, tra tutti i sei fattori chiave richiesti per la cybersecurity, il più efficiente, con risultati comunque sotto la soglia della sufficienza, è attualmente la protezione (57%) seguita dal budget (53%). Tutti gli altri quattro fattori sono a meno di metà strada verso la completa efficienza. Il divario maggiore è riportato per rilevamento (56%) e organizzazione, cultura e leadership (56%) e competenze (54%).

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Social
Video
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati