E’ il digitale la strada obbligata per la Sanità italiana. Emerge dall’analisi di Ernst & Young secondo cui soltanto una riorganizzazione all’insegna delle nuove tecnologie sarà in grado di “salvare” il sistema sanitario alle prese con il vertiginoso invecchiamento della popolazione e aumento dell’aspettativa di vita. Il tema è al centro della sesta edizione della Summer School di Asiago organizzato da Motore Sanità.
Servono strategie innovative in grado di contrastare un “declino” già avviato. Nel giro di due anni l’Italia è passata dal primo a secondo posto nella classifica mondiale degli Healthiest Countries stilata da Bloomberg slittando dietro la Spagna. Seguono Islanda, Giappone, Svizzera.
Tre i punti chiave su cui focalizzare le strategie: Piani sanitari regionali e percorsi assistenziali, mobilità sanitaria e silos budget, “ancora oggi in discussione sia da parte dei decisori politici che dei professionisti sanitari – dice Antonio Irione, EY Healthcare Leader -. Serve realizzare rapide soluzioni così da poter mettere in pratica tutto quello che è già inserito nelle normative: progetti semplici, ma che allo stesso tempo possano concretamente migliorare il servizio sanitario nazionale e regionale”.
Per questo il concetto di innovazione viene identificato come uno dei principali fattori che consentono di aumentare la capacità delle organizzazioni di creare valore. “Nel contesto sanitario, molto spesso si tende ad associare alla parola innovazione la parola costi, così trascurando i costi derivanti dalla non innovazione sia a livello di salute pubblica sia di mancata crescita economica – dice Francesco Saverio Mennini professore di Economia sanitaria, all’Università di Roma Tor Vergata e Kingston University London UK -. È necessario valutare i maggiori costi, tanto diretti quanto indiretti, che il sistema sanitario e quello economico in generale sosterrebbero in assenza delle tecnologie efficaci correntemente disponibili”.
Occorre introdurre metodi e modelli che sappiano “catturare le diverse implicazioni dell’innovazione – dice ancora Mennini – e restituire ai decisori una misura del ‘valore dell’innovazione’ per garantire scelte di innovazione sostenibile. Dove in un sistema universalistico come quello nazionale, con Innovazione sostenibile si intende la produzione del massimo valore di salute per i singoli, con costi ‘accettabili’ per la società e ‘sostenibili’ per i sistemi pubblici”.
Processo di acquisto basato sul valore, Pdta dinamici, accordi regionali bilaterali al centro dello studio Ernst & Young per contrastare, governandola, la mobilità passiva tra le Regioni e migliorare la qualità del servizio offerto al paziente. “In Italia – dice Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità – manca un percorso che garantisca maggiore responsabilità al personale sanitario”.
“L’accesso alle cure rischia di diventare difficile per una fetta sempre più ampia della popolazione – dice Francesco Ferri, presidente di Aria -. La digitalizzazione del sistema sanitario appare l’unica strada percorribile per rispondere a questa situazione. Una digitalizzazione che si realizzi su più livelli, dal rinnovamento organizzativo e tecnologico allo sviluppo di nuove competenze per gli operatori sanitari. Senza dimenticare l’esigenza di un maggior coinvolgimento, di un ruolo più attivo, del cittadino/paziente”.