La Sanità rappresenta un ambito strategico e fondamentale su cui costruire lo sviluppo e la ripartenza del Paese.
L’ intera filiera della salute che non include soltanto i sistemi sanitari regionali ma anche i comparti produttivi che li alimentano – la ricerca, il sistema formativo – viene sottoposta ad una minaccia di proporzioni gigantesche ed è stata chiamata a riorganizzarsi, attrezzarsi, ripensarsi nell’arco di un mese e mezzo.
L’emergenza Covid ha confermato l’importanza del digitale e la sua capacità di guidare la trasformazione, se adottato in modo profondo e strutturale e non tattico e circoscritto. Basti pensare alla utilità di sistemi di telemonitoraggio, alle App per seguire i malati isolati al proprio domicilio, all’aiuto che l’Intelligenza Artificiale offre in ambito di pre-triage, alla diagnostica per immagini, al monitoraggio dell’andamento della pandemia nei territori, alla possibilità di tracciare i contatti.
Il digitale può dunque essere l’elemento abilitante di una nuova Sanità basata sui dati e sull’informazione, sull’interoperabilità dei sistemi, sui servizi fruibili ed accessibili ai cittadini in tempi rapidi e in base alle necessità.
In questo contesto il gruppo di lavoro Anitec-Assinform “Digital Transformation in Sanità” ha redatto un white paper che evidenzia i limiti di un sistema, che è considerato tra i più efficienti al mondo, ma la cui sostenibilità è messa in discussione da diverse dinamiche – demografico, sociali e professionali – e al contempo evidenzia proposte concrete per accelerare la digitalizzazione e la messa in opera di servizi digitali per la salute dei cittadini.
La sanità digitale
L’e-Health è comunemente riconosciuta come uno dei principali fattori abilitanti per questa trasformazione del Ssn. In Italia il Mercato Digitale in Sanità vale circa 1,7 miliardi di euro, insufficienti oggi per abilitare la Digital Transformation e un rinnovamento profondo del settore secondo le logiche della Value Based Healthcare. Il mercato è ancora dominato da logiche di manutenzione dell’esistente, ovvero di sistemi chiusi, spesso obsoleti e poco integrati che drenano tante risorse: circa il 75% del mercato infatti è di tipo Opex destinato a queste attività.
I centri di spesa, seppure in concentrazione, sono molti, a diversi livelli, e frammentati. Con queste logiche di allocazione dei budget oggi non vi è spazio per finanziare processi profondi di Digital Transformation: si spende poco e la spesa è di bassa qualità. Su circa 2500 euro pro capite annui spesi in Sanità infatti solo 28 sono quelli destinati al Digitale ed all’Ict. Il confronto con gli investimenti in digitale dei sistemi sanitari europei rende ancora più evidente questo gap.
In questo scenario, l’aumento dei finanziamenti a e-Health è una condizione necessaria per avviare la trasformazione digitale del Ssn e renderlo in grado di sostenere le sfide dei nostri tempi: questo deve diventare un obiettivo primario di tutti gli attori del sistema sanitario a livello ministeriale, regionale e territoriale.
La cooperazione tra le Regioni e i fattori di successo
Gli investimenti sono una condizione imprescindibile ma non sufficiente per la trasformazione digitale della Sanità italiana. In questo senso serve forte visione e strategica che deve essere perseguita da tutti gli attori a partire dai policy makers. Ne è prerequisito, la garanzia della interoperabilità dei sistemi sanitari in modo che tutte le regioni possano parlare un unico linguaggio e condividere un’unica vista dei pazienti: standard tecnologici, dati, processi omogenei e sistemi che cooperano fra loro possono realmente fornire un vantaggio in quanto nel tempo evolvono secondo le migliori esperienze sui territori. Per la realizzazione di questa trasformazione sono 5 i fattori critici di successo: la centralità del cittadino-paziente; la centralità del dato; la governance complessiva del sistema; l’abilitazione delle competenze digitali e infine le modalità innovative di finanziamento e di partecipazione pubblico-privato.
Le proposte attuative
Serve definire un meccanismo di governance complessiva del sistema che vede ancora nella centralità di una Fse aperto e interoperabile il suo fattore abilitante. Al centro delle azioni deve tornare il paziente e di conseguenza l’elaborazione di metodologie user-centric nel disegno e nella realizzazione dei servizi sanitari in modo da garantirne l’accettazione e l’utilizzo. Partendo da queste mosse, Anitec-Assinform individua due grandi iniziative sistemiche. Innanzitutto, il piano nazionale cronicità che affronta anche le implicazioni del progressivo invecchiamento della popolazione e lo sviluppo di modelli di continuità assistenziale attraverso l’integrazione di competenze e professionalità differenti, ad esempio attraverso Pdta e reti di specialità. La seconda riguarda il tema delle competenze. L’adozione dell’e-Health richiede specifiche competenze non solo nelle istituzioni e negli operatori sanitari ma anche negli stessi utenti. Non solo le competenze digitali ma anche la conoscenza di queste opportunità e della trasformazione in corso è necessaria per un intervento eHealth di successo. Per questo motivo, è opportuno accompagnare queste azioni con la proposta di un piano di “dissemination” che porti a livello territoriale il dibattito e la consapevolezza sulle tematiche di digitalizzazione avvicinando i cittadini e i pazienti alle nuove modalità di erogazione dei servizi sanitari. L’obiettivo è duplice: da un lato evitare forme di rifiuto a nuove modalità di erogazione dei servizi sanitari (ad esempio la telemedicina, rispetto al “piccolo ospedale sotto casa”), dall’altro il ricorso indiscriminato inconsapevole ai nuovi strumenti divulgativi messi a disposizione dalla trasformazione digitale (si pensi alle fake news o al diffondersi della cosiddetta “sanità fai da te” basata su internet).