HORIZON 2020

L’Italia alla sfida della robo-medicina, nasce il network di R&S

Al via il progetto Dih-Hero per la costituzione di un consorzio pan-europeo di atenei e centri di ricerca che svilupperà una piattaforma comune dove testare sistemi di e-health 4.0. Capofila per il nostro Paese l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

Pubblicato il 10 Dic 2018

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Un investimento pari a 16 milioni di euro per rafforzare l’innovazione digitale e i sistemi robotici nell’ambito medico-sanitario. Al via il progetto Dih-Hero (digital Innovation Hubs in Healthcare Robotics), finanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 (Grant Agreement No. 825003), che apre una nuova strada verso lo sviluppo di tecnologie robotiche nella sanità, attraverso lo scambio di competenze e di conoscenze tra i più importanti centri di ricerca europei.

Dih-Hero prevede infatti la costituzione di un consorzio coordinato dall’Università olandese di Twente e formato da 17 partner, provenienti da 10 paesi europei, tra cui anche l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con il gruppo di ricerca guidato da Arianna Menciassi. Lo scopo del consorzio è stabilire una piattaforma indipendente destinata a collegare le imprese, le università, gli investitori e altre parti interessate, per facilitare la collaborazione e sviluppare nuovi sistemi robotici da applicare nella sperimentazione clinica e utili per chi lavora nel campo medico.

Dih-Hero punta a creare un vero e proprio network di innovazione digitale in cui ogni partner del consorzio ha il compito di gestire un hub di alta innovazione tecnologica che, a sua volta, riunirà università, strutture cliniche e assistenziali, enti di ricerca chiamati a fornire soluzioni robotiche di forte impatto nei campi della chirurgia, della riabilitazione, dell’assistenza personale e del training: un vero e proprio ecosistema di ricerca e innovazione che mira a creare – nel giro di quattro anni – un ‘ciclo’ di innovazione a cui ci si potrà rivolgere per cercare soluzioni di forte impatto tecnologico e sociale, e per favorire opportunità di partnership cliniche.

“In Italia si svilupperanno tre hub di alta innovazione tecnologica – commenta Arianna Menciassi – l’hub gestito dall’Istituto di BioRobotica sarà formato da una fitta rete di centri satelliti, sia di ricerca che clinici. Ci saranno altre tre Università: lo Iuss di Pavia, la Scuola Normale Superiore (già federate con il Sant’Anna) e il Campus Bio-Medico di Roma. Ci saranno poi strutture cliniche e assistenziali quali l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, la Fondazione Don Gnocchi, la Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, la Fondazione Volterra Ricerche Onlus, la Fondazione Stella Maris, e due centri di ricerca in Puglia (Distretto Meccatronico della Puglia) e in Grecia (Certh Centre for Research and Technology Hellas) che faranno da aggregazione per i paesi del mediterraneo.”

Gli altri due hub italiani sono gestiti dal Politecnico di Milano e dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. “Il percorso per l’integrazione di innovazioni mediche nella pratica clinica richiede tempo e investimenti ingenti – commenta Stefano Stramigioli, docente dell’Università di Twente e coordinatore di Dih-Hero – Coinvolge test clinici, metodi di produzione efficienti, la ricerca di investitori, la gestione di un’azienda e i suoi rapporti con l’esterno. Con il progetto Dih-Hero la Commissione Europea vuole accelerare il processo di innovazione robotica nel settore sanitario, che può portare benefici sulla qualità dei servizi offerti e sul rapporto tra l’assistenza sanitaria e paziente”.

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