Negli ospedali italiani debutta Rp-Vita, l’avatar del medico

Al San Donato di Milano un robot “da corsia” guidato da tablet a qualunque distanza. IL primario dell’unità di elettrofisiologia: “Nuova frontiera nella gestione del rapporto con il malato”

Pubblicato il 28 Set 2015

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“Il robot non rimpiazza il dottore, ma costituisce un’estensione delle capacità umane che hanno un limite oggettivo: non si può essere in due posti diversi nello stesso momento”. Parla così Carlo Pappone, primario dell’unità di elettrofisiologia e aritmologia del policlinico San Donato, alle porte di Milano, battezzando l’arrivo del medico “virtuale” Rp-Vita. Nello specifico si tratta di una piattaforma mobile di telemedicina, un dispositivo – il cui nome per esteso è Remote presence virtual – in grado di interagire, muoversi, vedere, sentire e parlare con le sale operatorie e i reparti, assicurando il massimo scambio di informazioni e l’immediatezza della “presenza”.

Dispositivi che sono i primi in Europa ad essere utilizzati in aritmologia e i primi in Italia operativi in un reparto ospedaliero. Negli Stati Uniti invece tutto questo è realtà, tanto che i robot medici al lavoro sono già 1.200, con la Food and drug administration che nel 2013 ha dato il placet al loro ingresso in corsia.

Da parte sua Rp-Vita, prodotto da Intouch health e distribuito in Italia da Telbios, azienda del gruppo Ab medica, rappresenta l’abilità di proiettare se stessi in un’altra posizione senza dover abbandonare la propria. Rp-Vita, infatti, è dotato di navigazione autonoma teleguidata da remoto, con possibilità di mappare un territorio e fissare alcune posizioni (ad esempio, “stanza due, letto B”). In qualsiasi luogo si trovi, tablet alla mano il medico può indirizzare il robot al letto del paziente, senza la necessità di personale locale che movimenti il dispositivo, riuscendo a vedere gli esami e la cartella clinica, dialogare con i suoi collaboratori ed essere in sala operatoria, interagendo con i macchinari (come schermi magnetici) utilizzati per intervenire sul malato.

Alto un metro e 70, il robot è dotato di un Gps per memorizzare lo spazio in cui muoversi e di telecamera ad altissima risoluzione, panoramica-inclinabile con elevate capacità di zoom. Telecamera che può essere orientata in modo autonomo dallo specialista in remoto. E ancora, la funzione di “auto-docking” riconduce automaticamente Rp-Vita ad una stazione di ricarica dopo un consulto, garantendone così la disponibilità per una successiva sessione clinica. Al momento il San Donato dispone di due esemplari di robot. “Grazie a questa tecnologia il medico può essere presente anche quando si trova ad un congresso”, precisa Pappone. Incalza Aldo Cerruti, presidente di Ab medica: “Percorrendo questa strada potremo migliorare l’accesso alle cure per i pazienti e ottimizzare la gestione delle risorse del sistema sanitario nazionale”.

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