Digitalizzazione pilastro del nuovo Servizio sanitario Post-Covid. La strategia è stata illustrata dal ministro Roberto Speranza in audizione di fronte alle commissioni Affari Sociali riunite di Camera e Senato. “Interventi per una massiccia digitalizzazione e per un uso capillare delle nuove tecnologie – ha spiegato – sono necessari per attivare nuove e più efficienti modalità di erogazione dei servizi sanitari, consentendo innanzi tutto di registrare il percorso del paziente sin dal primo momento d’interazione con la rete di assistenza, applicando criteri per omogeneizzare e standardizzare la raccolta e il trattamento dei dati sanitari elaborati ed aggregati”.
“Investire nella trasformazione digitale del Servizio sanitario nazionale è una priorità per il nostro Paese, così come per tutti i Paesi europei – ha detto – E’ un lavoro che deve cominciare dal cuore stesso del sistema”.
“Ciò che ora serve sempre di più è una centrale di calcolo in grado di elaborare la grande quantità di dati disponibili, per ricavarne informazioni esaustive e puntuali destinate a supportare una governance più efficace del Ssn e soprattutto la costruzione di analisi e scenari: questi mesi ci hanno insegnato l’importanza dei modelli predittivi per prendere decisioni da cui dipende la vita di tutti. Pertanto occorre disegnare un modello unico e una rete nazionale che permettano di gestire gli archivi dei dati disponibili e di raccogliere e organizzare una mole di informazioni che crescerà in modo esponenziale”.
La vision dell’Europa
Nell’Opinione su “Disruptive innovations”, l’Expert Panel on investing in healthdella Commissione Europea (Exph), ha definito “l’innovazione dirompente nel settore sanitario” come “un tipo di innovazione che crea nuove reti e nuove organizzazioni sulla base di una nuova serie di valori, coinvolgendo nuovi attori, che consente di migliorare la salute e di raggiungere altri obiettivi preziosi, come equità ed efficienza”.
Oltre alla definizione “europea” di innovazione dirompente il Panel ha elaborato anche una nuova tassonomia basata sui “campi di applicazione” e sulle loro categorie tecnologica (tecnologie a bassa ed alta complessità), organizzativa (modelli, strutture, processi), prodotti e servizi e risorse umane (personale sanitario, pazienti, cittadini e comunità).
In area tecnologica, numerosi dispositivi saranno disponibili nel prossimo biennio. Le proposte interesseranno la sensoristica, i micro/macro infusori, l’apparato cardiocircolatorio in termini di controllo di patologie aritmiche, coronariche e di deficit muscolare cardiaco. La teragnostica implementerà i prodotti a disposizione, così come la radioterapia e la radiologia, tecnologie innovative che permetteranno di vedere gli organi come strutture trasparenti, gli xenobots (piccoli robot) che introdotti nell’apparato vascolare permetteranno di ripulire le arterie e veicolare farmaci, le CAR che amplieranno la propria copertura terapeutica, la medicina di precisione che si avvarrà di strumenti digitali di implementazione, super computer per analisi di big data per accelerare la scoperta farmacologica e la possibile applicazione clinica, e non ultima l’intelligenza artificiale che migliorerà le performance in tutti gli ambiti terapeutici e diagnostici a supporto dell’attività specialistica.
L’home care sarà inoltre una possibilità di espansione della tecnologia medica a partire dalla telemedicina, fino a dispositivi di monitoraggio e cura. Non vanno dimenticati i prodotti misti farmaco/dispositivo, non ultimi quelli per migliorare l’aderenza terapeutica o sistemi di impianto o esterni con delivery di sostanze.
Alcuni campi di innovazione dirompente in medicina sono la ricerca traslazionale, le tecnologie innovative, la medicina di precisione. L’Unione Europea sta già finanziando alcuni progetti per esplorare questo problema in numerosi Stati membri spingendo a valutare i costi e i benefici delle attività di diagnostica molecolare per identificare le persone che potrebbero beneficiare di particolari attività di prevenzione e per identificare alcuni gruppi che dovrebbero ricevere o meno un trattamento particolare, e attività di identificazione di gruppi di pazienti che potrebbero trarre beneficio da un particolare tipo di trattamento specifico per quel sottogruppo.