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Sanità, Schillaci: “Rivoluzione digitale in arrivo, almeno 300mila pazienti in telemedicina entro il 2026”



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Il ministro fa il punto su risorse e progetti. Al 70% l’acquisto di apparecchiature innovative per la digitalizzazione dei pronto soccorso, sul piatto 1,5 miliardi. Ok dal Garante Privacy alla normativa sull’ecosistema dei dati

Pubblicato il 17 ott 2024



Sanità, health, e-health, telemedicina, sanità digitale

L’Italia spinge sulla rivoluzione digitale in sanità e una partita fondamentale è quella della telemedicina: “Con la rimodulazione del Pnrr decisa alla fine del 2023, le risorse sono state aumentate di 500 milioni di euro su questo investimento. Sono almeno 300 mila pazienti over 65 che dovranno essere eseguiti con telemedicina entro il 2026″. Lo ha detto Orazio Schillaci, Ministro della Salute, intervenuto nel corso della terza giornata del ComoLake in corso a Cernobbio.

L’intervento è stato l’occasione anche per fare il punto sull’acquisto di apparecchiature mediche e la digitalizzazione dei pronto soccorso realizzata attraverso le risorse del Pnrr, che secondo Schillaci “procede spedita”. Nel primo caso, gli ordini sono vicini al 100%, nel secondo è intorno al 70%. “A chi parla di presunti ritardi sul Pnrr vorrei ricordare alcuni fatti”, ha detto Schillaci. “Parto dall’intervento per rinnovare oltre 3.100 grandi apparecchiature ospedaliere a grande contenuto tecnologico, un investimento di oltre 1 miliardo di euro per sostituire macchinari che hanno più di 5 anni. La scadenza è al 2026, ma il nostro monitoraggio al 23 settembre scorso ci porta a rilevare che ci sono apparecchiature ordinate per il 98% dei casi e di queste il 65% è stato già consegnato e collaudato. Quindi sono già in funzione e al servizio dei cittadini”, ha affermato il Ministro.

“Nel Pnrr ci sono poi quasi 1,5 miliardi di euro per la digitalizzazione di 280 Dea di primo e secondo livello: sono i pronto soccorso”, ha proseguito Schillaci. “Su questo capitolo gli ordini effettuati sono il 70% dell’importato totale, per oltre un miliardo“.

Ecosistema dei dati sanitari: ok del Garante

L’altro provvedimento riguarda l’istituzione dell’ecosistema dei dati sanitari, con un seguente utilizzo più ampio del fascicolo stesso”. Schillaci ha infatti ribadito che “la modernizzazione della sanità va contemperata con l’esigenza di tutelare il diritto alla protezione dei dati. E’ un punto delicato”, perché “quando introduciamo innovazione nei sistemi che raccolgono dati sulla salute e sulla vita delle persone è fondamentale armonizzare i diritti con le opportunità che ci offe la tecnologia, a cominciare dalla possibilità di avere la propria storia sanitaria sempre a disposizione in qualsiasi regione uno vada. Questo richiede un lavoro accurato, complesso e sfidante. Non è quindi una mera formalità, ma un traguardo importante – ha continuato il Ministro – poter annunciare che abbiamo appena avuto, il 26 settembre, il parere favorevole del Garante” della privacy “sulla normativa che riguarda l’ecosistema dei dati sanitari”. Un traguardo raggiunto “grazie a un lavoro di squadra, con il contributo fondamentale del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, con Agenas, con il ministero della Salute. Questo – ha chiarito il Ministro – permetterà in tempi brevi di utilizzare i dati in modo sicuro non solo per la prevenzione, la diagnosi, la cura e riabilitazione”.

“I dati sono fondamentali anche per avere una maggiore possibilità di fare ricerca nel campo medico, biomedico ed epidemiologico, e questo può servire per migliorare la programmazione sanità – ha aggiunto -. Ancora, nell’ecosistema dei dati sanitari sarà costruito un servizio di dossier farmaceutico per monitorare l’appropriatezza e l’aderenza alle terapie per la sicurezza dei pazienti. Con lo scambio transfrontaliero dei dati, con una ricetta generata in Italia, chi si trova in viaggio potrà recarsi in farmacia in un’altro Stato dell’Unione europea e ottenere il farmaco che gli è stato prescritto. Sono strumenti con i quali il personale sanitario e i cittadini devono prendere sempre più dimestichezza. Per questo è stato varato il piano di formazione rivolto ai professionisti della sanità, che entro il 2026 coinvolgerà 666mila operatori proprio per aumentare le loro competenze digitali”.

Fse: Italia all’avanguardia in Europa

Altra partita fondamentale citata dal ministro è quella del Fascicolo Sanitario Elettronico, “su questo possiamo veramente rivendicare un primato a livello europeo” ha osservato. Con gli ultimi due provvedimenti normativi che saranno a breve pubblicati, “viene garantito collegare il sistema informativo dei trapianti al fascicolo stesso. Oggi quando un cittadino esprime il consenso alla donazione degli organi al momento del rilascio della carta d’identità non ha poi la possibilità di consultare quello che viene registrato, a breve potrà farlo col Fascicolo Sanitario Elettronico e questo sicuramente aumenterà la consapevolezza sulla scelta di donare” ha spiegato.

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