LA SURVEY

Telemedicina, la sanità privata al palo: sei strutture su dieci non la utilizzano

I dati della Fondazione Bruno Visentini-Fasdac rilevano un forte ritardo nella diffusione di strumenti di cura e assistenza da remoto. A frenare l’innovazione per il 24% dei centri è la complessità organizzativa mentre per il 9% i costi

Pubblicato il 16 Ott 2023

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Presentati alla Luiss i risultati di una indagine che ha analizzato il rapporto tra gli operatori privati e la Telemedicina. Il sondaggio, organizzato dall’Osservatorio Salute Benessere e Resilienza della Fondazione Bruno Visentini insieme con l’Istituto Superiore di Sanità e il fondo sanitario integrativo Fasdac, mostra un quadro che presenta notevoli ostacoli soprattutto sul fronte della fiducia verso la Telemedicina da parte di operatori e pazienti e la necessità di una maggiore chiarezza organizzativa e normativa da parte delle strutture sanitarie. La senatrice Ylenia Zambito, Segretario della 10ª Commissione Permanente del Senato, aprendo i lavori ha affermato: “Lo sviluppo della Telemedicina è un tema di fondamentale importanza per l’evoluzione del nostro Sistema Sanitario Nazionale, anche alla luce degli obiettivi previsti dalla Missione 6 del Pnrr. In questo senso, è davvero importante poter disporre di dati, come quelli raccolti e studiati dall’Osservatorio Salute della Fondazione Bruno Visentini, che aiutino a far luce sul fenomeno e a rendere l’intervento pubblico più consapevole”.

L’indagine, condotta su oltre 300 strutture sanitarie private e private convenzionate SSN distribuite sul territorio nazionale, ha fatto emergere alcuni dati preoccupanti e, in alcuni casi, sorprendenti.

Lo sviluppo della Telemedicina

Per quanto riguarda la previsione di sviluppo della Telemedicina nel settore privato il 58% delle strutture afferma di non fare Telemedicina e di non essere interessata a offrire questo servizio nel prossimo futuro, a fronte di un 13% che ha affermato di fare Telemedicina e di voler continuare a espandere la propria offerta.

I principali ostacoli allo sviluppo della Telemedicina sono nel 24% dei casi la complessità organizzativa, la scarsa propensione o collaborazione del personale sanitario nel 15%, seguiti dalla onerosità in termini economici al 9%.

Tuttavia, per le strutture di grandi dimensioni con oltre 50.000 prestazioni ambulatoriali all’anno, la onerosità in termini economici e la complessità nell’applicazione della normativa Gdpr, sono i problemi più rilevanti con entrambi il 17%.

La fiducia verso la Telemedicina

Sulla fiducia da parte degli operatori, il dato evidenzia che le Direzioni Generali e le Direzioni Sanitarie mostrano un livello di fiducia complessivamente alta o medio alta intorno al 40%, ma questo cala al 27% tra i medici e le professioni sanitarie sul campo.

Da parte del paziente, invece, le strutture hanno dichiarato di aver riscontrato nei propri pazienti scarsa fiducia verso la Telemedicina nel 27% dei casi, rinforzato dal problema della scarsa familiarità con le tecnologie informatiche che le strutture hanno rilevato nei propri pazienti nel 23% dei casi.

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