Dialogare direttamente con la scuola in ospedale, prenotare le lezioni e segnalare ai professori esigenze formative particolari in modo autonomo. Tutto questo attraverso una app, “Presente”, che consente ai pazienti dell’ospedale Bambino Gesù di poter proseguire il proprio iter scolastico anche quando si è ricoverati, evitando di rimanere indietro con i programmi. Precisa a CorCom Alberto Antinori, coordinatore della scuola in ospedale a Roma: “È il primo sistema integrato che coinvolge alunni, personale medico e sistema scolastico”.
Realizzata con l’impegno dell’Accademia nazionale di medicina, che si è fatta carico dei costi, la app – disponibile gratuitamente su Google play e Apple store e fruibile da smartphone e tablet – funziona attraverso una schedina consegnata agli alunni ricoverati, abbinando il dispositivo all’ospedale; al contempo le scuole del territorio possono verificare se gli alunni del loro istituto sono ricoverati in sedi del Bambino Gesù e collaborare con l’ospedale (e viceversa) in tempo reale.
Per accedere alle sue funzioni basta richiedere il codice di attivazione alla caposala e la privacy è garantita, perché l’accesso al sistema è individualizzato e vincolato al supporto digitale di ogni singolo studente. Occorre sottolineare che “Presente” è parte integrante di un sistema di gestione informatizzato composto anche da Her – “Health electronic register, il registro elettronico dei professori della scuola in ospedale attivo dal 2007”, precisa Antinori – e dal software Segnalo. “In quest’ultimo caso quando un paziente entra per il ricovero, non ha la possibilità di scaricare l’app ma necessita di seguire delle lezioni, può rivolgersi alla caposala del reparto richiedendo il codice di attivazione”, spiega il docente.
Da parte sua la caposala comunica con la scuola attraverso il computer indicando sede dell’ospedale, unità operativa di degenza, stanza, letto, età del bambino ed eventuali presidi medici e precauzioni da adottare. Sia la app sia il software sono in grado di dialogare con i registri elettronici scolastici. “Abbiamo già ricevuto richiesta di informazioni da un ospedale del nord Italia”, conclude Antinori.