Le pubbliche amministrazioni sono pronte solo in parte per accettare i pagamenti elettronici. È possibile già prevedere che alcune mancheranno la scadenza del 31 dicembre 2015, prevista dalla normativa. “Ma il percorso è ormai inesorabile: standard e servizi digitali centralizzati diventeranno la norma, per le Pubbliche amministrazioni. Ed è una rivoluzione rispetto al modo con cui il pubblico ha sempre lavorato, con l’informatica”, spiega Claudio Mauro, head of Client Team della Divisione Public Sector di Sia l’azienda che gestisce – per conto dell’Agenzia per l’Italia Digitale – la piattaforma tecnologia per i pagamenti della PA. Per l’altro, ha appena incorporato (a gennaio) le divisioni Ra Computer e Tsp, appunto per focalizzarsi sui sistemi di pagamento della pubblica amministrazione e delle imprese. Ambito che Sia considera in forte ascesa quest’anno. Storicamente si è invece occupata di soluzioni tecnologiche per il settore bancario e finanziario.
Mauro, come sta procedendo il collegamento dei vari soggetti al nodo pagamenti per la pubblica amministrazione?
Le principali banche si stanno attestando sul nodo. Lo stesso vale per le payment institution. Possiamo dire quindi che per i prestatori di pagamento il processo è a buon punto e sarà completo a fine anno. È eterogeneo invece il quadro per le pubbliche amministrazioni. Alcune Regioni stanno sperimentando l’accesso al nodo e anche si preparano a dare questo servizio ai propri Comuni, verso cui si fanno quindi da intermediari. Altre invece sono in ritardo. Riteniamo che non tutte le PA saranno attestate entro fine anno, anche se rispetto all’anno scorso c’è una sensibilità più sviluppata.
Però la legge prevede che tutte le amministrazioni si attestino sul nodo entro dicembre.
Sì, è così. Tuttavia, secondo un’indagine fatta da noi con Swg, a settembre 2014, solo il 36% delle amministrazioni conosce la scadenza. E solo il 13% ritiene che le pubbliche amministrazioni saranno in grado di rispettarla. Il 41% pensa che i termini di legge verranno posticipati; il 46% ipotizza che alcuni enti non saranno pronti e ci saranno disservizi per i cittadini. A rallentare il collegamento- a quanto lamentano le PA – è la carenza cronica di risorse e di personale. Di contro, dall’indagine risultava anche che i cittadini erano pronti e volevano sempre più pagare in modo elettronico i servizi della PA, dall’Imu ai parcheggi.
Che state facendo per facilitare l’accesso delle PA al nodo?
Abbiamo sfruttato l’esperienza maturata con i servizi finanziari e bancari. Abbiamo predisposto quindi una piattaforma, Easycity, che aiuta l’amministrazione nel dialogo con il nodo. La piattaforma è in grado di completare l’intero ciclo di pagamenti di una pubblica amministrazione: ciclo attivo e ciclo passivo. Il ciclo passivo sono gli incassi e quindi il nodo pagamenti; quello attivo è la fatturazione elettronica. Nel primo caso, la piattaforma riconcilia i pagamenti che l’amministrazione si aspetta di ricevere dal cittadino e quelli che ha effettivamente incassato. Il tutto nel formato standard del nodo pagamenti. È una grossa novità rispetto al modo con cui la pubblica amministrazione ha sempre lavorato. Ad oggi ha sempre costruito in casa le soluzioni informatiche, con una forte personalizzazione. La nostra piattaforma segue invece una logica di servizio, quindi è installata all’esterno dell’amministrazione pubblica e segue uno standard. Questa logica, che si è ormai affermata nel privato, nelle banche, tenderà a diventare la norma anche per la PA.
Quali benefici vi attendete?
I cittadini potranno pagare la PA su diversi canali, anche elettronici, con le stesse metodologie. Il vantaggio per la pubblica amministrazione è avere una rendicontazione precisa e puntuale di tutti gli incassi. Si renderà conto in tempo reale della propria posizione debitoria. È quanto abbiamo riscontrato, ad esempio, presso il Comune di Roma, che già dal 2007 utilizza, in sperimentazione, una componente della piattaforma Easycity, cioè la funzione di conciliazione e rendicontazione dei pagamenti. Il Comune permette di pagare i tributi presso banche, internet e tabaccai in questo modo. Di conseguenza ha ridotto i tempi di rendicontazione e quindi i costi interni. Non solo: il nodo è un’opportunità per sviluppare servizi a valore aggiunto rivolti alla pubblica amministrazione. Per esempio, Sia offre anche un servizio per la conservazione dei documenti digitali, garantendone la validità nel tempo. A questo scopo, dal 29 dicembre scorso siamo entrati nell’albo dei certificatori accreditati Agid.
STRATEGIE
E-payment, l’esperienza di Sia: “Abbiamo una piattaforma ad hoc per la PA”
Per conto di Agid l’azienda gestisce il sistema per i pagamenti. Mauro, head of Client Team della Divisione Public Sector: “Abbiamo sfruttato l’esperienza maturata con i servizi finanziari e bancari”
Pubblicato il 05 Feb 2015
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