PA DIGITALE

Spid, ecco cos’è e a cosa serve

Fischio d’inizio per il sistema pubblico di identità digitale. Già pronti 300 servizi pubblici, che saliranno a 600 a giugno. Telecom, Poste e Infocert i primi gestori accreditati. Dieci le PA già pronte all’accesso online

Pubblicato il 07 Mar 2016

Federica Meta

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Conto alla rovescia per la partenza di Spid, il sistema unico di identità digitale ovvero il “pin unico” tramite il quale accedere ai servizi della pubblica amministrazione.

COS’E’ LO SPID?

Si tratta di una sola identità che rimpiazza i diversi codici esistenti, per entrare via web, senza fare code, nei servizi pubblici ma anche in quelli privati, come le banche ad esempio. Basta inserire il nome utente e una password composta da minimo otto caratteri, con alcune condizioni: almeno un numero e un simbolo speciale (%, #, $), mai segni uguali consecutivi, sia lettere minuscole che maiuscole. La password va aggiornata ogni sei mesi. Sarà comunque il gestore dell’identità digitale, a dettagliare gli standard.

COME E DOVE RICHIEDERE LO SPID?

Lo Spid arriva per raccomanda o per mail dopo averne fatto richiesta ai gestori dell’identità digitale: per ora l’Agenzia per l’Italia digitale ha accreditatore, in qualità di provider, Telecom Italia Poste, InfoCert e Sielte. Per ottenere il pin unico occorre fornire i dati anagrafici: nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita, codice fiscale, estremi del documento d’identità, mail, numero di cellulare. Ogni gestore può scegliere tra diverse modalità di verifica. Il cittadino può scegliere il gestore di identità digitale che preferisce.

LO SPID SARA’ GRATUITO?

Il servizio, al primo e secondo livello di identificazione, sarà gratuito per due anni per i cittadini che stipuleranno contratti con gli identity provider entro il 2016.

A QUALI SERVIZI SI POTRA’ ACCEDERE TRAMITE LO SPID?

I servizi a cui si può accedere sono quelli pubblici: dal pagamento della Tasi al bollo auto. Anche le prestazioni sanitarie o il fascicolo dell’Inps sono gestibili via web, tramite pc, tablet o smartphone. Si tratta per ora di 114 servizi dell’Inps (riscatto della laurea, richiesta degli assegni familiari), a cui si aggiungono 103 servizi dell’Inail (consultazione Cud, richiesta bollettini) e molti dell’Agenzia delle Entrate. Ci sono poi sei Regioni già pronte con alcuni servizi locali: Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Toscana (con la possibilità di saldare tributi, mensa scolastica e ticket sanitari via web). Tra i Comuni a fare da apripista sarà Firenze. Tra una settimana saranno i 300 i servizi accessibili con Spid, 600 entro giugno.

LO SPID E’ UN SISTEMA SICURO?

Il sistema prevede tre livelli di sicurezza che corrispondono a tre diversi livelli di identità Spid. Il primo livello permette l’autenticazione tramite ID e password stabilita dall’utente, il secondo aggiunge la generazione di una one time password aggiuntiva e il terzo prevede l’aggiunta di uan smart card. E proprio nel terzo livello che si potranno realizzare sinergie con la carta di identità elettronica che il governo ha appena rimesso in marcia. Sebbene l’identità digitale contenga una serie di informazioni sul cittadino, Spid risponde al principio di condivisione minima degli attributi.

Il gestore dell’identità digitale fornire le informazioni sul Cittadino solamente previo consenso esplicito dello stesso. Un gestore di servizi potrebbe richiedere la conoscenza del nome, del cognome e la data di nascita del titolare per poter accedere al proprio servizio: i dati verranno passati dal Gestore dell’Identità Digitale solamente se vi sarà l’esplicito consenso del cittadino. Nel caso contrario nessuna informazione sarà fornita. Spid potrà essere utilizzato anche solo per la verifica delle credenziali, fornendo quindi anche un servizio di “Pseudonomity”. In ogni caso, i gestori dell’identità digitale saranno tenuti a trattare le informazioni dei cittadini secondo elevati criteri di sicurezza, secondo le regole di Agid.

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