Un piano pluriennale di Ricerca e Innovazione, in cui l’Agenda digitale giocherà un ruolo chiave. Il nuovo premier, Enrico Letta, annuncia le azioni che il nuovo governo metterà in campo per far ripartire l’Italia. “Il piano – ha spiegato Letta di fronte alla Camera dei Deputati, prima del voto di fiducia – verrà finanziato con project bonds”. I due pilastri ha spiegato il premier saranno appunto l’Agenda digitale e l’economia verde, insieme all’aerospazio e alle nanotecnologie. L’obiettivo è mettere in campo “una politica industriale moderna, in cui coinvolgere le grandi imprese e le piccole e medie imprese, che restano il volano del nostro sistema produttivo”.
“Le nuove tecnologie – ha puntualizzato – vanno maggiormente integrate nel contesto esistente, migliorando la selettività degli strumenti esistenti di incentivazione, in un’ottica organica con visione di medio e lungo periodo”
Nel suo discorso Letta ha anche annunciato che il governo lavorerà per allentare il patto di stabilità interno. Un tema – questo – molto caro a Regioni e Comuni che più volte ne hanno chiesto il ridimesionamento anche in vista del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale. “Nonostante siamo convinti che l’Agenda debba andare avanti – faceva sapere l’Anci al nostro giornale – restiamo comunque preoccupati per la situazione delle finanze locali, strozzate dal patto di stabilità che ci impedisce di fare investimenti seppure anticiclici come quelli in innovazione”.
“Le smart city così come il documento digitale unificato – spiegava l’associazione dei Comuni – non sono semplicemente un modo di iniettare tecnologia nei centri urbani o erogare prestazioni online, ma sono una leva per ripensare le città in un ottica di miglioramento dei servizi alle persone, di e-welfare insomma che, nel medio periodo, saranno in grado di efficientare sia i sistemi sanitari sia la macchina dell’amministrazione pubblica”.
Cristiano Radaelli, presidente di Anitec, esprime “grande apprezzamento” per le parole del presidente del Consiglio per l’affermazione dell’importanza della piena attuazione dell’Agenda Digitale, per il rilancio dell’economia del Paese. “Solo in Italia negli ultimi 15 anni l’economia digitale ha creato circa 700.000 posti di lavoro e ha contribuito al 2% del Pil”, evidezia Radaelli.
Il nuovo governo prende in carico anche i decreti attuativi dell’Agenda elaborata da Monti che riguardano in particolar modo le misure per le startup, le semplificazioni per la banda larga, la decisione sulle interferenze tra tv e Lte. Il Corriere delle Comunicazioni ha analizzato lo stato dei lavori in corso per i decreti attuativi del decreto Crescita 2.0, scoprendo che per la gran parte questi sono ancora allo stadio di concertazione tra i ministeri competenti.
E’ il caso per esempio del “Regolamento scavi per le infrastrutture a banda larga e ultralarga nell’intero territorio nazionale”, dove Mise e Mit stanno concertando una soluzione di compromesso che vada bene sia agli operatori sia ai gestori delle strade. Il decreto-regolamento è in bozza ma di prossima pubblicazione. Il Mise discute con il Mef invece per le “Modalità d’uso del Fondo Centrale di Garanzia a sostegno delle startup”: c’è già una bozza di decreto elaborata dal Mise, ma senza il Mef non può ultimarsi. Ed è una delle novità più attese dal settore startup, che aspetta anche il regolamento Consob sul crowdfunding (in consultazione pubblica fino al 30 aprile). E’ definitivo invece il decreto per la certificazione degli incubatori di startup e deve uscire a giorni in Gazzetta Ufficiale. Ci sono poi decreti che sono in teoria già ultimati ma aspettano un parere terzo.
Per esempio quello Mef-Mise per le modalità di attuazione degli incentivi startup: aspetta l’esito della notifica alla Commissione europea. Il regolamento che deve dirimere la questione delle interferenze Lte-Tv è stato approvato dal Consiglio di Stato.