Il digitale entrerà nei pagamenti pubblico-privati tra sei mesi: già è scritto nelle norme approvate e ora la Presidenza del Consiglio lavora agli ultimi tasselli per portare a casa il risultato. L’impegno è serrato non solo perché ne verranno risparmi, che Banca d’Italia stima in 10 miliardi l’anno. Si sta affermando anche un’idea più generale: mettere il flusso di soldi verso/dalla PA sotto l’egida del digitale significherà permettere, per la prima volta, allo Stato di avere piena contezza su spese e incassi. “Così ogni futura spending review sarà fatta non più con tagli lineari ma con tagli chirurgici”, ha detto Mr Agenda digitale Francesco Caio. Allo stesso tempo, se la PA pagherà i fornitori solo con mezzi digitali, costringerà le aziende ad attrezzarsi di conseguenza. Sarà insomma un volano alla digitalizzazione del nostro sistema industriale, che finora ha provato a resistere con particolare tenacia a questa evoluzione.
Sono questi i motivi per cui Caio (e, attraverso di lui, il premier Enrico Letta) ha scelto la fatturazione elettronica come una delle tre priorità da perseguire, cioè come uno dei pilastri della digitalizzazione italiana.
L’Unità di Missione di Caio sta lavorando quindi all’avvento della fatturazione elettronica con un approccio di sistema, che riguarda sia le PA sia il mondo delle imprese, trasversalmente.
In particolare è un lavoro su due fronti. Da una parte, i tecnici della Presidenza del Consiglio stanno cominciando ad accompagnare le PA e le imprese verso la scadenza di giugno 2014. Da questa data infatti (come previsto da un decreto di maggio) i ministeri, le agenzie fiscali e gli enti previdenziali nazionali accetteranno solo fatture elettroniche. Dall’altra, stanno lavorando al testo di un ulteriore decreto attuativo (del Ministero dell’economia e delle finanze) che estenderà l’obbligo anche alle PA locali, a partire da giugno 2015 (a quanto riferiscono dall’Unità di Missione). Il decreto dovrebbe arrivare a giorni (poco prima o poco dopo le festività).
Gli esperti della Presidenza del Consiglio stanno quindi guidando le PA centrali su un piano di adozione in quattro fasi. Per prima cosa, le PA devono comunicare tutti gli uffici a cui sarà destinata la fattura elettronica per le imprese e poi attribuire a ciascuno di loro un codice fattura (all’interno di un indice gestito dall’Agenzia per l’Italia Digitale).
Terza fase, devono adeguare i sistemi a ricevere le fatture elettroniche in automatico. Nella quarta, le PA ormai pronte possono avviare il processo.
In parallelo, gli esperti stanno preparando corsi di formazione alle imprese, attraverso le associazioni di categoria, e stabilendo i primi punti di assistenza sul territorio. La piattaforma tecnica è invece già pronta da anni. È un’unica infrastruttura di interscambio centralizzata, denominata “Sdi-Sistema di Interscambio della Fatturazione Elettronica PA”. Acquisisce le fatture elettroniche da tutti i fornitori e le smista per via telematica agli uffici destinatari nelle PA.
È già funzionante e altrettanto centralizzata anche la piattaforma che gestirà il flusso opposto di pagamenti: dai cittadini verso la PA. “Fatturazione elettronica e piattaforma incassi sono due facce di una stessa medaglia che rivoluzionerà, con il digitale, il modo in cui lo Stato gestisce i flussi di denaro pubblico-privati”, spiega Agostino Ragosa, direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che sta gestendo ora questa piattaforma (la quale sarà poi ospitata dai datacenter di Banca d’Italia).
Alla piattaforma si stanno già collegando le banche, Poste Italiane, Sisal, Lottomatica e la Banca dei Tabaccai; tra le PA è già connesso il settore della Giustizia (a seguire tutte le altre). Risultato, i cittadini potranno pagare tutti i servizi della pubblica amministrazione sia da rispettivi siti web sia da vari sportelli fisici di intermediari (come le banche e i tabaccai), con moneta elettronica: multe, tributi, ticket sanitari, iscrizioni alla scuola, bollo dell’auto. La piattaforma si occuperà di inoltrare il pagamento alla PA corrispondente.
Anche in questo caso, come la fatturazione elettronica, ci si aspetta un risparmio sui costi di gestione e una migliore tracciabilità dei flussi. Entro dicembre l’Agenzia emanerà le linee guida per questo sistema, concordate con Banca d’Italia. Non è ancora certo quando le PA saranno tenute ad adottarlo, ma si prevede un percorso di progressivo adeguamento tra il 2014 e il 2015, a quanto riferiscono dall’Agenzia.