Filas accelera sugli open data. La Finanziaria della Regione Lazio per lo sviluppo pubblica il suo primo dataset open. Da oggi sui portali dati.gov.it e futouring.com sono online le info “aperte” sui punti di interesse culturale del Distretto tecnologico per i Beni e le Attività culturali (Dtc), il sistema integrato che valorizza il patrimonio del Lazio attraverso le tecnologie digitali. Sono 2.529 i punti di interesse (Poi) messi a disposizione, pubblicati in quattro diversi formati – Rdf, N3, Turtle, Xml – liberamente accessibili e pronti per il download. E’ inoltre in procinto il rilascio in formato Json. L’intero dataset del Dtc è rilasciato con licenza Creative commons (Cc-By-Sa): è possibile quindi riprodurre, modificare e usare i dati open anche per fini commerciali.
Dall’Ara Pacis al borgo medievale di Sperlonga, dall’Abbazia di Casamari agli scavi di Ostia Antica, fino al castello Angioino-Aragonese di Gaeta, i Poi del Dtc contengono tutte le informazioni relative a monumenti, opere, siti archeologici e siti d’interesse culturale presenti nel Lazio, sia in italiano che in inglese. I Poi – tutti geo-referenziati e catalogati in base al thesaurus del portale italiano della cultura www.culturaitalia.it – sono descritti con un breve testo ed associati ai 3.346 contenuti multimediali (immagini, video, virtual tour e virtual book) presenti su www.futouring.com. Sono inoltre rappresentati in base al modello di dati proposto dal World wide web consortium-W3C, la community internazionale che conta 500 organizzazioni e ha l’obiettivo di portare il web alla sua massima potenzialita’ definendo anche protocolli comuni per garantire l’interoperabilità su internet.
Filas si inserisce così nel percorso intrapreso dalla Regione Lazio sugli open data che intende adottare nel Lazio un modello di open government basato sul libero accesso ai dati pubblici e su una forte interazione con cittadini e imprese. Dati aperti – quindi disponibili, integrabili e interscambiabili – che possono essere riutilizzati, pubblicati e manipolati liberamente da tutti. Uno strumento che può fungere da acceleratore economico per il territorio: basti pensare che nella sola Ue il volume d’affari sul riutilizzo dell’informazione pubblica stimato dalla Commissione europea si aggira sui 140 mld di euro l’anno. “Anche per questo -ricorda una nota della società – Filas sostiene la cultura degli open data attraverso 2 bandi regionali dedicati e azioni di promozione in occasione di iniziative come quella dell’International open data day di febbraio scorso”.