Finanziaria: “Per la PA cinque miliardi di risparmi con l’e-procurement”

Polimi: l’approvvigionamento elettronico consentirebbe di coprire il 40% della manovra di stabilità. “Una strada concreta verso il taglio dei costi pubblici”

Pubblicato il 15 Nov 2010

5 miliardi di euro. Tanto risparmierebbe – secondo una ricerca
dell’Osservatorio sull’e-procurement nella PA italiana della
School of Management del Politecnico di Milano – nel caso
l’amministrazione italiana adottasse soluzioni di e-procurement
(incluse quelle a supporto dei pagamenti tra PA e imprese),
praticamente poco meno del 40% dell’ammontare complessivo
previsto nella prossima “legge di stabilità” (13,5 miliardi di
euro sui prossimi 3 anni).

Nel 2009 il volume di acquisti gestito attraverso tali applicazioni
è stato di 5 miliardi e 96 milioni; cifra, questa destinata a
salire a quota 6 miliardi di euro nel 2010. “Nonostante il valore
assoluto sia consistente – spiegano gli esperti
dell’Osservatorio – il peso di questi volumi sul totale acquisti
della PA italiana è ancora abbastanza limitato, pari a circa il
3%”.

Guardando alle diverse tipologie di strumenti che di e-procurement,
la ricerca evidenzia che sono le “Gare e le Aste elettroniche”
ad intercettare la percentuale di transato più rilevante (70%),
con un volume di negoziato di oltre 3,5 miliardi (1 miliardo in
più rispetto al dato 2008).

I “Negozi online a supporto delle Convenzioni” cubano
complessivamente circa 1,3 miliardi (il doppio, +107%, rispetto al
2008), mentre attraverso i “Mercati Elettronici” e i
“Cataloghi online dei fornitori” sono gestiti circa 250 milioni
di € (+31% rispetto al 2008). Nel 2009 sono state effettuate
4mila gare o aste elettroniche, +35% rispetto al 2008 e altre
100mila transazioni di importo relativamente ridotto.

“I temi della modernizzazione, dell’efficienza, del recupero di
produttività, della trasparenza e del controllo della spesa della
Pubblica amministrazione – spiega Andrea
Rangon
e, coordinatore Osservatori Ict &
Management del Politecnico di Milano – sono, ormai da diversi
anni, al centro del dibattito politico ed economico del nostro
Paese, anche grazie alla notevole enfasi posta su essi
dall’attuale ministro della Pubblica amministrazione, Renato
Brunetta. In questo dibattito pensiamo trovi ancora troppo poco
spazio il tema dell’eProcurement, che rappresenta invece una
strada concreta – e già avviata da diversi anni – verso la
l’innovazione e la riduzione di costi della nostra PA.
L’e-procurement, infatti, pur avendo un impatto solo su alcuni
specifici processi della PA, è in grado di portare benefici enormi
potendo influenzare la spesa complessiva fatta dalle
amministrazioni pubbliche, che vale quasi 200 miliardi di euro,
più del costo complessivo di tutti i 3,5 milioni di dipendenti
pubblici (pari a 150 miliardi di euro).”

Dei circa 11mila enti che costituiscono la nostra PA, possiamo dire
che circa il 50% ha utilizzato almeno una volta uno strumento di
eProcurement. In realtà quasi 2 su 3 si è limitato a fare qualche
acquisto sperimentale sui Mercati Elettronici, senza un reale
commitment e, soprattutto, un reale piano di utilizzo serio di
questi strumenti. Guardando solo agli enti che dimostrano un
qualche utilizzo regolare dell’e-procurement (circa 2.000), la
maggior parte si limita ad utilizzare essenzialmente i Mercati
Elettronici e/o i Negozi online a supporto delle Convenzioni. Sono,
infatti, ancora solo poche centinaia gli enti che utilizzano in
modo sapiente tutti gli strumenti dell’e-procurement, affiancando
ai Mercati Elettronici e ai Negozi elettronici, anche il ricorso a
Cataloghi online e alle Gare/Aste elettroniche. In particolare,
proprio attraverso le Gare e le Aste online sono negoziati i volumi
di acquistato più rilevanti e sono gestite le procedure più
“complesse”, per alcuni acquisti soprasoglia o di lavori
pubblici.

“I benefici degli strumenti di eProcurement per la PA italiana
– puntualizza Paolo Catti,
responsabile della Ricerca dell’Osservatorio e-procurement nella
PA del Politecnico di Milano – sono particolarmente
significativi. Le Gare e le Aste elettroniche consentono di
ottenere importanti risparmi sul prezzo di acquisto (tra il10% e il
15%), e di incrementare l’efficienza del processo, riducendo del
30% – 40% i tempi legati alle attività di espletamento delle
procedure di gara; inoltre aumentano l’efficacia del processo di
negoziazione, con incremento della trasparenza e riduzioni dei
contenziosi. I Mercati Elettronici consentono di ottenere una
riduzione dei prezzi di acquisto (attraverso le RdO) e di
effettuare con più efficienza piccoli acquisti (i tradizionali
affidamenti diretti, cottimi fiduciari e trattative private
multiple), riducendo di una quantità variabile tra il 30% e il 60%
(con picchi superiori all’80%) il tempo necessario per gestire
l’acquisto; inoltre rappresentano per la PA anche un utile
strumento di benchmark. I Negozi online per l’accesso alle
Convenzioni, infine, riducono ulteriormente il carico di lavoro
degli Ufficio Acquisti per emettere ordini legati a Convenzioni
prenegoziate da una Centrale".

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