Un Freedom of Information Act anche per l’Italia così come è in vigore nella maggioranza dei paesi democratici. Lo chiedono a Monti la Fnsi e l’Ordine dei giornalisti oltre all’onorevole Beppe Giulietti, presenti anche i senatori Pietro Ichino e Vincenzo Vita del Pd. Nello specifico si chiede al governo di di inserire il Freedom of Information Act nel varo dell’Agenda digitale definita nell’ambito della Direttiva 2009/136/CE del Parlamento europeo e del Consiglio europeo del 25 novembre 2009 relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica.
“Chiediamo una legge per la massima trasparenza sugli atti e i dati della Pubblica amministrazione – spiega il presidente della Fnsi, Roberto Natale – Ma la massima trasparenza, che può essere una mossa concreta contro l’antipolitica, deve investire l’intera vita pubblica. A iniziare dal metodo di rinnovo che nelle prossime settimane riguarderà le Authority’.
A sponsorizzare la proposta ci sono anche Raffaele Fiengo, un lungo passato di giornalista al Corriere della Sera e ora professore di Scienza della comunicazione a Padova, e Ada Rossi, che per anni ha insegnato presso la Scuola della Pubblica amministrazione. “Norme come quella che chiediamo sono in vigore da almeno trecento anni in Svezia – puntualizza la Rossi – Il ritardo italiano è enorme”.
Ichino ricorda che “con maggioranza trasversale è già stato approvato un emendamento all’epoca di una normativa sulla Pubblica amministrazione firmata dall’allora ministro Brunetta che introduceva il principio della massima trasparenza nella pubblica amministrazione”. Ma il giuslavorista ha anche ricordato le tante resistenze negli enti locali sugli atti amministrativi: “Nella pratica non è cambiato nulla”.