Oggi è il giorno del Freedom of Information Act. Il decreto legislativo “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, a norma dell’articolo 7 della legge n. 124 del 2015” arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri che darà il via libera.
Il testo, come annunciato nei giorni scorsi dal ministro della Semplificazione e PA Marianna Madia, dovrebbe recepire il contenuto del parere espresso dalla Camera nonché i rilievi della associazioni Foia4 Italy e Riparte il Futuro. Sia la Camera che le due associazioni avevano puntanto il dito contro il silenzio-diniego e il ricorso al Tar.
Montecitorio, nello specifico, ha chiesto al governo, come condizione, che l’accesso ai documenti sia gratuito, che venga cancellato il silenzio-diniego e inserito l’obbligo di motivazione per le amministrazioni che neghino l’accesso.
Ulteriore richiesta riguarda l’individuazione di un rimedio ulteriore rispetto al ricorso al Tar, molto oneroso. Infine, tra le condizioni, si chiede che un soggetto super partes come Anac predisponga delle stringenti linee guida, che circoscrivano meglio le eccezioni al diritto d’accesso, nell’interesse di cittadini e amministrazioni. Tra le osservazioni, abbiamo chiesto al governo di creare un Osservatorio per l’analisi ex post degli effetti concreti dell’accesso civico, e di creare in ogni amministrazione uno sportello unico per la ricezione, la prima gestione delle istanze e la comunicazione dei dati o delle motivazioni dell’eventuale diniego all’accesso.
Anche Foia4Italy e Riparte il Futuro hanno evidenziato una serie di punti irrinunciabili .Tra le varie cose, anche la Rete, ha chiesto di intervenire sui tema del “silenzio-diniego”, che solleva le amministrazioni dal motivare una mancata risposta, sull’elevato numero di eccezioni, ovvero le materie su cui non sarà possibile fare domanda di accesso, sulla mancata gratuità del servizio, sull’assenza di un sistema alternativo al Tar per il ricorso e sulla generale mancanza di chiarezza dei ruoli e delle procedure.
Il ministro Madia ha assicurato che i rappresentanti della Rete verranno coinvolti in tutte le fasi di attuazione del decreto poiché, ora che anche in Italia avremo un Freedom of Information Act, occorrerà farlo funzionare e farne capire le enormi potenzialità agli italiani.
“Il Foia, fortemente voluto dal governo. Per la prima volta si riconosce a tutti i cittadini il “diritto di sapere”: chiunque ha diritto di accedere a dati e documenti della pubblica amministrazione – ha sottolinetao Madia in un’intervista a CorCom – È un’innovazione talmente rilevante nel rapporto tra cittadini e amministrazioni che necessita di un salto culturale, innanzitutto della pubblica amministrazione. Ma non solo visto, che la trasparenza può costituire un importante strumento per riavvicinare i cittadini alle istituzioni consentendo alle persone di conoscere, con semplicità, dati e documenti, oltre che modalità di gestione delle risorse pubbliche. Il Foia è il primo decreto a tornare in Consiglio dei ministri; in questi mesi ho partecipato in prima persona al dibattito pubblico sul testo del decreto confrontandomi con le associazioni che hanno dato il loro apporto propositivo, dichiarando da subito la piena disponibilità ad apportare modifiche al fine di assicurare al Paese la migliore legge possibile. Si apre ora per i cittadini una grande opportunità, perché attraverso l’accesso a dati e documenti della PA possano diventare protagonisti della cosa pubblica”.