“A pensar male si fa peccato ma la fretta con la quale si vuole procedere all’approvazione dello Statuto della Agenzia per l’Italia digitale è davvero sospetta.” Lo afferma Oriano Giovanelli, presidente del Forum PA e Innovazione del Pd. “Se il testo che si vuole portare in Consiglio dei ministri è quello in nostro possesso hanno ragione le organizzazioni sindacali che unanimemente chiedono di soprassedere ad un atto che va ben oltre l’ordinaria amministrazione e può condizionare pesantemente una delle azioni strategiche più importanti per il nuovo governo del paese”.
“Dallo statuto- prosegue Giovanelli– che pure è stato corretto di alcune previsioni davvero singolari come quelle che prevedevano la possibilità per l’Agenzia di dare vita con privati a società e consorzi evidenziando una propensione alla gestione davvero fuori luogo, emerge comunque una idea non chiara del suo ruolo e in particolare una pesantezza della struttura del tutto anomala per una funzione di regia e controllo. 16 posizioni dirigenziali, 150 dipendenti per un soggetto regolatore non sono forse troppi? E poi che senso ha fissare nello statuto questa forte dotazione organica se non quella di irrigidire le scelte future?”.
Secondo Giovanelli “prevedere poi addirittura un articolo transitorio per dare al direttore il potere di conferire immediatamente 6 incarichi dirigenziali della durata di 24 (ventiquattro) mesi a pochi giorni dal voto” potrebbe tradire “l’intenzione di creare il fatto compiuto”.
A scanso di equivoci e per evitare di mettere il carro davanti ai buoi penso davvero che sia il caso che il Governo in carica per gli affari correnti si astenga dalla approvazione di questo Statuto”, conclude Giovanelli.
Ieri con una missiva urgente Fp Cgil, Fp Cisl, Falbi, Ugl, Fialp Cisal e la Rsu Agenzia per l’Italia Digitale hanno richiesto al Direttore Generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale Agostino Ragosa, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alle segreterie dei ministeri, che per legge hanno la vigilanza sull’Agenzia, un incontro preliminare per l’esame dello statuto della nuova Agenzia .
“Com’è noto l’approvazione di questo atto di governance non rientra nei poteri di “ordinaria amministrazione” del governo dimissionario – precisano i sindacati – ma in questi giorni è all’esame dei vari ministeri “vigilanti”, uno schema che contiene previsioni in assoluto contrasto con la stessa normativa di risparmio e contenimento della spesa pubblica che ha ispirato la riforma e soppresso i vari enti che sono poi confluiti nella nuova Agenzia“. Si prevede, infatti, un direttore vicario del direttore generale e una governance di ben quattro direttori generali e di 12 direttori di secondo livello, di vari comitati tutti, nelle intenzioni da coprire con personale esterno “senza nessuna trasparenza e ciò con un carico di spesa solo per gli emolumenti previsti biennali di qualche milione di euro”, puntualizzano.
Altra criticità è quella della previsione della possibilità per la dirigenza di costituire società di scopo senza necessità di preveniva autorizzazione ministeriale. Un’altra possibile fonte di ulteriori centri di spesa, prevedono i sindacati. “Nessuna attenzione, sino ad oggi, invece ai problemi organizzativi dell’Agenzia alla necessaria riorganizzazione del personale di tutti gli enti soppressi nonché la valorizzazione delle risorse interne come imposto dal DL 22.06.2012 n. 83, convertito in legge 07.08.2012 n. 134”, concludono.
Stando a quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, il governo punta ad approvare lo statuto nell’ultimo consiglio dei ministri e varare in tempi rapidi il Dpcm di riferimento.
Lo statuto dettaglia quanto già previsto dal primo decreto Crescita, poi modificato dalla Legge di conversione 7 agosto 2012, secondo cui all’Agenzia sono affidate funzioni a sostegno dello sviluppo dell’amministrazione digitale; la progettazione e la realizzazione di una strategia per la larga banda, a beneficio delle imprese e dei cittadini; l’impostazione di una serie di interventi mirati per la scuola, proseguendo e razionalizzando gli esperimenti già in atto. La quarta funzioni è trasversale e comprende l’informazione, la formazione e i rapporti con gli organismi europei: attività strategica, necessaria anche per attingere ai fondi comunitari disponibili.