Al Palazzo di Giustizia di Milano, ai tempi del Coronavirus, arrivano anche le udienze di convalida degli arresti e dei processi in direttissima in videoconferenza, con tutte le parti, detenuti, legali, pm e giudici collegati in via telematica da luoghi diversi. Per evitare la diffusione del contagio, dunque, dopo le prime udienze via Skype alla Sorveglianza e per le convalide dei gip, ma anche nelle sezioni di Tribunale e Corte d’Appello, ora da martedì prossimo, come avevano già spiegato i vertici degli uffici giudiziari nei giorni scorsi, per le direttissime si userà “la piattaforma Microsoft Teams, fornita dal Ministero della Giustizia”.
Sulla base di un protocollo di intesa tra il Tribunale, la Procura, l’Ordine degli Avvocati e la Camera Penale di Milano, si procederà in videoconferenza, in particolare, per le udienze di “convalida dell’arresto e di celebrazione del contestuale giudizio direttissimo alternativo (patteggiamento abbreviato semplice non condizionato)”.
Sono state stilate una serie di linee guida per fare in modo che, in pratica, giudici, avvocati e pm restino ognuno nella propria stanza e gli arrestati nelle camere di sicurezza o in carcere. Ai difensori, comunque, verrà data la possibilità “di scegliere se essere presente, in alternativa, presso l’aula di udienza o presso il luogo dove si trova l’arrestato ovvero da remoto”.
Tutti gli atti passeranno e saranno scambiati per via telematica e sarà il giudice a far partire “il collegamento” informatico “con i diversi utenti interessati all’udienza (vice procuratore onorario, polizia giudiziaria, imputato, difensore)”. La toga, però, dovrà essere indossata sia dai magistrati che dai legali, anche se chiusi nei loro uffici.