INNOVAZIONE

Giustizia digitale, il piano Cartabia-Carfagna per il Sud. Sprint dal Pnrr

Presentata la mappa dei fabbisogni degli uffici: priorità a informatizzazione degli atti e alle e-skill. Le ministre: “Maggiore efficienza nel comparto è garanzia di crescita economica e sociale”

Pubblicato il 17 Gen 2022

giustizia

Il governo accelera sulla digitalizzazione della Giustizia, soprattutto al Sud. La ministra della Giustizia Marta Cartabia e la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna hanno annunciato la conclusione dei lavori della Commissione interministeriale incaricata di tracciare una mappa delle esigenze, delle criticità e delle buone pratiche delle sedi giudiziarie delle regioni meridionali, destinatarie di cospicui investimenti ad hoc del Pnrr.

“Abbiamo finalmente una ricognizione articolata della situazione delle 16 Corti d’Appello e dei 62 Tribunali del Sud e delle Isole: a breve le linee guida, proposte dalla Commissione interministeriale per la giustizia al Sud, diventeranno proposte concrete di intervento – hanno annunciato le ministre – Questi uffici giudiziari sono una risorsa preziosa per tutto il Paese, nostro compito assicurare loro le migliori condizioni possibili per operare”.

La commissione – presieduta da Maria Rosaria Covelli e composta da magistrati, avvocati e operatori del diritto che esercitano la loro professione nelle Regioni interessate dall’analisi- ha avanzato molteplici proposte di intervento su organizzazione, informatizzazione e edilizia giudiziaria, dopo aver ascoltato i vertici delle sedi interessate.

“Questo lavoro smentisce non pochi stereotipi e rivela – proseguono Cartabia e Carfagna – le cause profonde di alcune criticità”: l’eccesso di turn-over negli uffici, la difficoltà di ottenere supporto da soggetti esterni.

“Intendiamo fare al più presto le nostre valutazioni sulle linee guida proposte, per tradurle in provvedimenti concreti”, aggiungono le Ministre. Tra i suggerimenti avanzati, incentivi maggiori per ridurre la mobilità dei magistrati nelle sedi disagiate; misure e risorse per migliorare le competenze digitali del personale e l’informatizzazione degli atti; adeguamento dell’edilizia giudiziaria e incremento del personale tecnico; un tavolo permanente che raccolga le migliori pratiche sviluppate. Una giustizia civile efficiente è ‘l’infrastruttura civica’ indispensabile per attrarre al Sud più investimenti, contribuire a creare più lavoro, crescita economica e sociale”.

La giustizia digitale nel Pnrr

Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza il ministero della Giustizia ha individuato una linea di intervento ad hoc che riguarda la digitalizzazione. Si punta ad  investire nella trasformazione digitale, attraverso la digitalizzazione dei fascicoli e l’adozione di strumenti avanzati di analisi dati: sul piatto ci sono 134 milioni.

L’obiettivo di rendere la PA un vero “alleato” di cittadini e imprese dipende fortemente da un programma  di riforma di cui il capitolo Giustizia riveste un ruolo centrale (riforma strutturale del processo civile, penale e dell’organizzazione della giustizia) – si legge nel piano – L’azione di riforma sarà accompagnata da alcuni interventi di supporto. In primo luogo, gli investimenti
di trasformazione digitale (descritti nella sezione di Digitalizzazione delle PA, Investimento 6), in
particolare, la digitalizzazione dei fascicoli giudiziari e l’adozione di strumenti avanzati di analisi dati (interventi inclusi). Inoltre, l’investimento in capitale umano per rafforzare l’Ufficio del Processo e superare le disparità tra tribunali, descritto di seguito.

Le azioni pianificate nel Pnrr si tradurranno in un incremento della produttività degli uffici giudiziari con l’obiettivo di abbattere la durata media dei processi civili di più del 40 per cento e dei processi penali di circa il 25 per cento. Una tempestiva risposta giudiziaria che garantisca la certezza del diritto è fondamentale ai fini di una rapida ripresa del Paese.

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