BILANCIO

Giustizia, la riforma dà i primi frutti ma serve più tecnologia

Il ministro Orlando traccia un primo bilancio. Saldo attivo per il Tribunale delle imprese e positivi i tempi per l’emissione dei decreti ingiuntivi. Ma arretrati ancora titanici, secondo l’analisi di Michele Gorga: insistere sulla digitalizzazione

Pubblicato il 10 Lug 2015

giustizia-111209121133

Il Ministero della Giustizia, Andrea Orlando, a un anno dalla presentazione nel Consiglio dei ministri del 30 giugno 2014 dell’azione riformatrice del Governo Renzi, traccia un primo bilancio delle riforme della giustizia e illustra le tappe future di quello che sarà, nell’intenzione del legislatore, il cammino riformatore. La riforma, come si ricorderà iniziò con la presentazione dei “12 punti” aperti alla consultazione pubblica ma della quale consultazione nessun resoconto è stato mai dato.

I numeri della giustizia civile dicono che l’arretrato è passato da 5,2 Milioni di affari iscritti al 31 dicembre 2013 a 4,9 Milioni di cause al 31 dicembre 2014 e per il 2015 le proiezioni fanno sperare in un carico preventivato di 4,5 milione di cause che restano sempre come arretato negli uffici giudiziari. Quasi, quindi, 800 mila giudizi in meno smaltiti in due anni che però non possiamo considerate quale conseguenza né dei neonati istituti della mediazione; della negoziazione assistita e dell’ Arbitrato né dell’introduzione del Processo civile telematico ma semmai conseguenza della crisi economica e della crisi di fiducia verso gli istituti processuali.

Infatti il Ministero registra al 31 gennaio 2015 un calo del 20% delle iscrizione a ruolo degli affari civili presso i Tribunali, con un dato positivo solo per il Tribunale delle Imprese che fa segnare, per la definizione delle controversie, un saldo attivo passando dal 46% del 2013 al 84% del 2014, di quegli affari sopravvenuti, segno che il Tribunale di nuovo conio, a competenza limitata, ben lavora ma che comunque sta accumulando arretrato.

Positivi comunque sono i dati relativi ai tempi per l’emissione dei Decreti Ingiuntivi, ridottisi di quasi il 50%, come la separazione e i divorzi diminuiti, come iscrizioni a ruolo, di oltre il 40%, segno che le coppie preferiscono la separazione consensuale e non quella giudiziale che tanti disastri ha prodotto per il passato quando giungeva ad assegnare i figli minori quando questi oramai erano divenuti maggiorenni.

Ma gli arretrati restano comunque titanici e le pene dei cittadini che incappano nella giustizia civile rilevanti. Occorrono più giudici, più tecnologia e meno procedura ridondante preclusiva e negativa per la tutela dei diritti delle persone.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati