Due step per il controllo del green pass dei docenti: una fase transitoria e una definitiva. Dal 1° al 13 settembre ci sarà procedura “ordinaria” con una app per il controllo della certificazione verde, mentre dal 13 settembre in poi, data di inizio delle lezioni nella maggior parte delle regioni italiane, partirà la procedura automatizzata che servirà ad accelerare i controlli.
Proprio oggi il Garante Privacy ha dato il via libera alla piattaforma a cui i presidi potranno accedere ogni giorni per verificare lo stato di vaccinazioni di docenti e personale scolastisco.
Il ministero dell’Istruzione, secondo quanto apprende l’Agi, ha inviato alle
scuole una nota che spiega le modalità del controllo del green pass ricordando innanzitutto “l’obbligo del possesso e il dovere di esibizione della certificazione verde Covid-19 per tutto il personale scolastico” (quindi vaccino fatto, avvenuta guarigione o tampone ogni 48 ore) spiegando che la verifica spetta ai dirigenti scolastico scolastici.
La nota del ministero specifica la divisione in due fasi: la prima viene definita transitoria e copre il periodo che va dal primo settembre al 13, periodo in cui riaprono le scuole ma non iniziano ancora le lezioni. In questa prima fase la verifica del green pass si attua mediante la app “VerificaC19”: serve a controllare che il “bollino” sia verde e quindi la certificazione valida “senza rendere visibili le informazioni che ne hanno determinato l’emissione e senza memorizzare informazioni personali sul dispositivo del verificatore. “Pertanto – si legge nel testo – nel pieno
rispetto della privacy”. Se il bollino è rosso – certificazione non valida. – “il personale non potrà accedere all’istituto scolastico e dovrà regolarizzare la propria posizione vaccinandosi oppure effettuando test antigenico rapido o molecolare. La procedura di verifica tramite App, spiega ancora la nota del ministero, “è assai semplice. Purtuttavia presenta il limite di dover verificare giornalmente ciascun singolo QR Code” e quindi, prosegue, “potrebbero determinarsi soprattutto nei momenti di inizio e fine delle lezioni, rallentamenti nelle operazioni materiali di verifica”.
Dal 13 settembre via alla piattaforma
Dal 13 settembre, quindi con l’avvio delle lezioni e i ragazzi in aula, si passerà a un controllo tramite una piattaforma digitale. In raccordo con il garante della Privacy e con il ministero della Salute “questa amministrazione – si legge nella circolare – sta operando al fine di realizzare l’interoperabilità tra il sistema informativo in uso presso la scuola (Sidi) e la piattaforma nazionale Dgc così da potere, a regime, velocizzare le più semplici operazioni richieste”.
Ma viene specificato, “per l’adozione della procedura, destinata al personale delle istituzioni scolastiche statali, è richiesto uno specifico intervento normativo, atto a consentire l’utilizzo nel rispetto della protezione dei dati personali”. Quindi, la
nota ricorda che “è atteso in tempi brevi l’intervento normativo necessario per consentire l’adozione della procedura automatizzata”.
L’ok del Garante
Il Garante per la protezione dei dati personali, in via d’urgenza, ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che introduce modalità semplificate di verifica delle certificazioni verdi del personale scolastico, alternative a quelle ordinarie che prevedono l’uso dell’App VerificaC19, che rimane comunque utilizzabile.
Il testo recepisce le indicazioni fornite dal Garante nell’ambito delle interlocuzioni informali e delle riunioni con i rappresentati del Ministero dell’istruzione e del Ministero della salute, al fine di assicurare il corretto adempimento degli obblighi in materia di green pass per il personale scolastico e il rispetto della disciplina di protezione dei dati personali, nonché di evitare conseguenze discriminatorie, anche indirette, nel contesto lavorativo.
In particolare, le istituzioni scolastiche, in qualità di datori di lavoro, si limiteranno a verificare – attraverso il Sistema informativo dell’istruzione-Sidi e la Piattaforma nazionale-Dgc – il mero possesso della certificazione verde Covid-19 da parte del personale, trattando esclusivamente i dati necessari.
Il processo di verifica dovrà essere effettuato quotidianamente prima dell’accesso dei lavoratori in sede e dovrà riguardare solo il personale per cui è prevista l’effettiva presenza in servizio nel giorno della verifica, escludendo comunque chi è assente per specifici motivi: ad esempio, per ferie, permessi o malattia.
A seguito dell’attività di controllo del green pass, i soggetti tenuti alle verifiche potranno raccogliere solo i dati strettamente necessari all’applicazione delle misure previste in caso di mancato rispetto degli obblighi sul green pass (ad esempio assenza ingiustificata, sospensione del rapporto di lavoro e del pagamento dello stipendio).
Particolare attenzione è stata posta anche sulle misure di sicurezza da adottare. I soggetti tenuti ai controlli potranno accedere, in modo selettivo, ai soli dati del personale in servizio presso le istituzioni scolastiche di propria competenza. Per evitare eventuali abusi, le operazioni di verifica del possesso delle certificazioni Covid-19 da parte dei soggetti tenuti ai controlli saranno oggetto di registrazione in appositi log (conservati per dodici mesi), senza però conservare traccia dell’esito delle verifiche.
È inoltre previsto che la valutazione di impatto, effettuata dal Ministero della Salute, relativa ai trattamenti connessi all’emissione e alla verifica delle certificazioni verdi Covid-19, sia integrata e aggiornata tenendo conto degli specifici scenari di rischio legati ai dati sanitari del circa un milione di lavoratori della scuola, prestando particolare attenzione alle possibili conseguenze discriminatorie, anche indirette, nel contesto lavorativo.
Il nodo università
Per ora la piattaforma sarà usata solo dalle scuole. Le università si stanno attrezzando in autonomia per controllare la certificazione vaccinale a docenti e studenti. La Lega lancia l’allarme sul possibile caos negli atenei per i quali ancora non è previsto un sistema unoco di monitoraggio.
“Con l’entrata in vigore del Green pass, rischio caos nelle università. Giusto preservare la loro autonomia, ma la ripresa delle attività sia regolamentata meglio e non diventi un ostacolo all’esercizio del diritto allo studio- avvertono Aurelio Tommasetti e il deputato Luca Toccalini, responsabili dipartimenti ‘Università’ e ‘Giovani’ della Lega – Il Ministro Messa intervenga e faccia chiarezza. Inammissibile una confusione simile a un passo dall’inizio del nuovo anno accademico. Atenei in difficoltà nell’interpretazione delle indicazioni ministeriali, disomogeneità preoccupanti e, in alcuni casi, discriminatorie e ai limiti del risibile. Emblematico il caso dell’Università di Trieste, che ha esteso l’impiego della certificazione verde persino alla fruizione delle lezioni a distanza. Dopo l’immobilismo di Manfredi, le università si aspettano che il Ministro Messa ponga fine a tale inerzia e intervenga immediatamente delineando un indirizzo coerente e che non lasci spazio a interpretazioni fantasiose”.
Le reazioni
A meno di 48 ore dall’obbligo di Green pass per il personale scolastico c’è attesa nelle scuole per la app prima e la piattaforma poi. “Stiamo aspettando la piattaforma e confidiamo che arrivi per l’inizio delle lezioni come ci è stato assicurato – ha detto Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma -. Per gli esami di riparazione dal primo settembre faremo i controlli singolarmente. Non prevediamo grandi disagi perché parliamo di 10-20 docenti per scuola”.
I presidi sono soddisfatti per l’arrivo della piattaforma: “Avevamo sollecitato una soluzione del genere i primi di agosto”. I dirigenti scolastici si augurano che, comunque, la percentuale di non vaccinati tra il personale della scuola possa scendere ulteriormente. “Si tratta di circa 120mila persone, ma speriamo che il numero si abbatta ancora. Di fronte alla prospettiva di fare un tampone ogni 2 giorni a proprie spese confido che le vaccinazioni aumentino”.
Su questo fronte il presidente dell’Anci Antonio Decaro ha comunque assicurato: “Abbiamo chiesto delle assunzioni a tempo determinato per poter sopperire all’assenza dei docenti che non saranno vaccinati”. E in merito al Green pass ha parlato di “vulnus” riguardo le “aziende che lavorano all’interno delle scuole. Non si capisce per esempio – ha detto – se devono averlo anche i dipendenti dell’azienda di ristorazione che si occupa della mensa”.
Mentre l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, proprio ieri inseguito e minacciato da un no vax, è tornato a parlare dell’obbligo vaccinale. “Ci vuole l’obbligo per tutti gli insegnanti. I non vaccinati dovrebbero non insegnare in presenza” ha scritto su Facebook. Un obbligo che, secondo il presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale Giuseppe Di Mauro, andrebbe esteso anche per gli studenti, a “tutti gli adolescenti e quanto prima pure per i bambini under 12, quando sarà disponibile il vaccino anche per loro”.
Intanto le Regioni sono al lavoro per i controlli a campione per gli alunni delle elementari e delle medie. Oltre al Lazio, che partirà con una prima tranche da 18mila test a ridosso dell’avvio dell’anno scolastico, l’assessore regionale all’Istruzione della Liguria Ilaria Cavo ha spiegato che è pronto il protocollo scuola per i tamponi salivari e che dovrebbero essere avviati in “tre/quattro scuole per ogni Provincia” e “su base volontaria per gli studenti”.
E a pochi giorni dal ritorno sui banchi il sito Skuola.net ha voluto ricordare come ci siamo lasciati nella scorsa primavera e cosa cambierà. Tra i punti analizzati quello del distanziamento in classe, con la possibilità individuata dal Cts di fare lezione dal vivo anche se non si riesce a rispettare la distanza di almeno un metro tra i banchi indossando la mascherina al banco. E quello dei trasporti con la capienza fissata all’80%. Su questo punto Decaro ha spiegato: “Ci saranno due fasce per l’ingresso e per l’uscita, e quindi ci saranno anche due fasce per l’utilizzo”.
Il nodo nidi e materne
Dopo il rinvio della scorsa settimana, si è svolto oggi il primo incontro sul tema del protocollo per il rientro in sicurezza degli istituti con alunni tra 0 e 6 anni del sistema di istruzione. Il testo di partenza lo stesso del precedente anno scolastico: infatti, non tiene conto delle novità introdotte dal decreto Sostegni-bis, che tante criticità ha prodotto in sede di discussione sul protocollo scuola 6-18 e che hanno impedito la firma da parte del sindacato autonomo. Secondo Gian Mauro Nonnis, segretario generale e vicepresidente nazionale Anief, “il testo, non essendo stato attualizzato, non evidenzia le modalità con cui gli istituti non statali dovranno porre in essere le procedure per l’accesso ai luoghi di lavoro, mentre per i percorsi 3-6 anni delle scuole statali afferenti ad Istituti comprensivi o direzioni didattiche il protocollo da applicare è comunque quello del segmento 6-18. Mentre per gli istituti non statali è fondamentale capire come le procedure dell’attuale proposta debbano essere poste in essere; in particolare quale figura si dovrebbe occupare della verifica del GP; si attende quindi una versione attuale comprensiva di tutti i contributi anche del mondo non scolastico tra cui, principalmente, Funzione Pubblica ed Enti Locali presenti al tavolo”.
Dal 1° settembre Green Passobbligatorio per 3,5 milioni di lavoratori
Sono 3,5 milioni i lavoratori occupati nei settori in cui vige l’obbligo di Green Pas sda mercoledì 1° settembre. Tra autonomi e dipendenti, istruzione e sanità – gli unici in cui sussiste l’obbligo per la forza lavoro ‒ assorbono rispettivamente 1,6e 1,9 milioni di occupati. Nessuna prescrizione, invece, nel decreto legge 6 agosto 2021 n. 111 è inserita per chi lavora nei trasporti a lunga percorrenza(treni, navi, aerei, autobus): la normativa interessa i soli passeggeri e non gli occupati(quasi 622 mila).
Complessità e contraddittorietà della normativa sul Green Pass che, sottolinea Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nella sua analisi, si è forzatamente riflessa nel dibattito sull’obbligatorietà della vaccinazione nei luoghi di lavoro di quest’estate e, di conseguenza, sul documento richiesto per accedere ad alcuni servizi e attività. Anche nei settori in cui vige l’obbligo di Green Pass per gli “addetti ai lavori”, infatti, le incoerenze non mancano: ad esempio, mentre al personale scolastico è richiesta la certificazione verde e, in caso di violazione, la sanzione prevede la sospensione del rapporto di lavoro senza retribuzione dopo il quinto giorno di assenza per mancanza del Green Pass, per gli alunni, fino alle superiori, non sussiste alcun obbligo.
Diversi sono invece i casi della ristorazione e dei trasporti, dove all’obbligo imposto ai clienti, non ne corrisponde alcuno per i lavoratori. Nei trasporti, dove è prevista la certificazione verde per ora su aerei, navi e treni a lunga percorrenza, si attende un intervento anche sui lavoratori: la platea degli obbligati potrebbe includerei quasi 622 mila occupati nel settore dei servizi di trasporto aerei, ferroviari, terrestri e marittimi. Nella ristorazione, come noto, l’obbligo esiste da tempo, per i clienti che pranzano al chiuso, ma non per camerieri, cuochi, responsabili di sala al lavoro.
Anomala è anche la differenza con le strutture ricettive, dove al contrario non è previsto alcun obbligo di certificato verde, nemmeno per i clienti. Nel caso in cui si dovesse provvedere a disciplinare anche l’obbligatorietà per gli occupati di entrambi i settori, sarebbero interessati 1,3 mln di lavoratori, tra dipendenti e autonomi.