Ibarra: “Tlc snodo chiave della riforma PA”

La riforma annunciata dal premier punta ad attaccare le inefficienze della burocrazia giocando sull’innovazione tecnologica. In parallelo alla consultazione pubblica il Corriere delle Comunicazioni ha dato voce ai manager delle aziende e ai protagonisti dell’Ict per raccogliere considerazioni, pareri, suggerimenti. Parla l’Ad di Wind

Pubblicato il 03 Giu 2014

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Vedo con grande favore le recenti iniziative proposte dal Governo Renzi sul tema della riforma della Pubblica amministrazione, uno degli aspetti cruciali per far ripartire il sistema Paese. Condivido, quindi, l’intenzione del Governo di snellire la “macchina dello Stato” attraverso “meno burocrazia e più trasparenza”. Si tratta, tra l’altro, di valori, chiarezza, trasparenza e semplicità, da sempre alla base della filosofia e del successo di Wind.

È importante, allora, che si dia un seguito concreto alla riforma. Senza dimenticare il settore delle telecomunicazioni che rappresenta indiscutibilmente uno degli snodi chiave per realizzare l’ammodernamento e la semplificazione auspicata dal Governo: si pensi, ad esempio, a tutti i vantaggi di cui potrebbe beneficiare il cittadino se molte delle sue esigenze di dialogo con la pubblica amministrazione potessero essere risolte direttamente dal Pc, dal tablet o dallo smartphone. Ma per arrivare a questo sono necessarie una maggiore velocità ed efficienza tecnologica, che a loro volta richiedono un potenziamento della banda larga e ultralarga. E qui c’è un altro passaggio chiave.

Occorre realizzare, in tempi rapidi, le infrastrutture digitali, la cui concreta implementazione spesso si scontra con alcune limitazioni imposte dall’attuale normativa: i limiti elettromagnetici nazionali sono i più stringenti d’Europa mentre i tempi ed i processi autorizzativi per l’installazione dei nostri impianti sono decisamente eccessivi. La rivoluzione digitale, di cui l’Italia ha bisogno per tornare a crescere ed essere più competitiva, passa anche da qui.

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