Un lettore scrive: “I vigili di Milano esigono 55 euro con ‘verbale d’accertamento d’infrazione’ perché la “mia” Fiat Punto sostò senza pagare il dovuto, secondo ‘il Comandante dott. Tullio Mastrangelo’, che aggiunge ‘Non è stato possibile contestare immediatamente l’infrazione per assenza del trasgressore’. Non esito a credergli: non ho mai posseduto una Fiat Punto. Va bene, tutti possono sbagliare. Dopo tutto è il comune di Milano. Farò una mail a Mastrangelo per spiegargli che non ho mai posseduto una Fiat Punto. Purtroppo la lettera di Mastrangelo non reca traccia d’un indirizzo e-mail. Andrò sul suo sito ufficiale per rimediare. La pagina ‘Multa Semplice’ ti porta a ‘Accedi al servizio Verbali’. Rispondi alle query: data, targa, ora dell’infrazione, tutto ok. Ti chiede il ‘numero del bollettino’. Torno alla lettera: nessun numero. Mi dico: vado sulle pagine dei vigili urbani di Milano per indicazioni. Ohibò… così come il solenne verbale del dott. Mastrangelo, il sito ufficiale del comune di Milano, alla pagina ‘Sedi e Comandi di Zona Polizia Locale’, non reca indicazione per e-mail né al dott. Mastrangelo né a suoi collaboratori; non c’è un indirizzo di posta elettronica né ordinaria né certificata, assolutamente nulla.
Rammento che un mio amico ricevette un verbale analogo al mio, tempo fa, da Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, il cui sito tuttavia esibisce un indirizzo inequivocabile ‘poliziamunicipale@comune.rosarno.rc.it’. Il mio fortunato amico risolse tutto con una e-mail, in dieci minuti. A Milano no; i vigili pare non sappiano cosa sia il Codice dell’Amministrazione Digitale. Vadano a studiare a Rosarno, allora; a spese loro, ovvio”.