Il Consiglio regionale del Lazio oggi ha approvato a maggioranza con 51 voti favorevoli e uno di astensione, la proposta di legge “Disposizioni in materia di dati aperti e riutilizzo di informazioni e dati pubblici e iniziative connesse sull’apertura al pubblico, attraverso il web, del patrimonio d’informazioni detenuto dalla Regione e dagli enti da essa dipendenti”.
Si tratta del testo unificato di due distinte proposte di legge a firma dei consiglieri Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, della Lista Bonino-Pannella, l’una, e dei consiglieri Andrea Bernaudo e Carlo De Romanis del Pdl, l’altra, votato a maggioranza in Commissione Sviluppo economico, innovazione, ricerca e turismo e ampliato nel corso di una serie di sedute e audizioni continuate anche dopo il via libera in Commissione lo scorso 20 aprile, per arrivare alla condivisione di un insieme di emendamenti da presentare in Aula, come già il titolo della legge, che recitava “Disposizioni in materia di riutilizzo delle informazioni e dei dati pubblici e iniziative connesse”, emendato e approvato la scorsa seduta nella quale si è proceduto alla votazione dei primi tre articoli sui quindici di cui si compone il testo.
Nella seduta odierna l’Aula ha votato il resto dell’articolato in cui, per recepire le istanze di diversi gruppi consiliari che avevano espresso contrarietà al fatto che la legge individuasse in Filas il soggetto attuatore di alcuni articoli, con un subemendamento di Giunta è stato superato l’impasse. La gestione dei processi volti all’esecuzione delle disposizioni della legge è quindi affidata a quanto stabilirà una deliberazione di Giunta da adottarsi su proposta dell’assessore al Bilancio.
“La legge sugli Open Data approvata oggi dal consiglio regionale – ha affermato Rocco Berardo – rappresenta una grande vittoria per tutti i cittadini del Lazio. Il nostro impegno per la trasparenza amministrativa ha raggiunto un importante obiettivo di riforma. L’approvazione di questa legge, infatti, non solo impone la digitalizzazione del lavoro svolto quotidianamente dalla pubblica amministrazione, ma restituisce ai cittadini tutte le informazioni che la stessa produce. Da oggi la Regione ha un dovere, rendere pubblici gratuitamente in formato aperto i dati che l’amministrazione produce”.
“Con questa legge – ha dichiarato Andrea Bernaudo – la nostra Regione compie un salto di qualita’ nel campo della trasparenza, dell’economicita’, della semplificazione dell’attivita’ amministrativa, entrando a far parte di una ristretta avanguardia a livello nazionale nell’ambito del cosiddetto open data”.
Per Giancarlo Miele presidente della Commissione Sviluppo economico, innovazione, ricerca e turismo “quella approvata oggi non rappresenta solo una legge ma un vero e proprio piano di interventi che, coinvolgendo amministrazioni locali, piccole e medie imprese e nuove generazioni, consentirà al Lazio di essere una buona prassi nell’innovazione del territorio sia a livello nazionale che comunitario”.
“La legge – prosegue Miele – rappresenta la carta costituzionale della società digitale, nella quale, più o meno consapevolmente stiamo entrando e con essa vengono poste le fondamenta della società digitale anche nel Lazio, mediante il riconoscimento e l’istituzione di garanzie fondamentali per i cittadini, le imprese e le amministrazioni presenti sul territorio”.
“Si tratta di una legge alla cui attuazione – ha aggiunto Miele – potranno prendere parte attiva, in sinergia con la Regione, i 378 Comuni del Lazio, liberando i propri dati a vantaggio della cittadinanza. Grazie ad essa Enti locali, scuole, università, associazioni culturali e dei consumatori, organizzazioni sindacali e di categoria, ma soprattutto imprese e semplici cittadini potranno accedere direttamente all’immenso patrimonio di dati e all’utilizzo del loro potenziale economico. Si accelererà in tal modo quel processo di sussidiarietà orizzontale e verticale che, con il diretto coinvolgimento dell’associazionismo e la responsabilizzazione degli enti locali, delle istituzioni culturali e delle forze imprenditoriali, potrà portare ad una reale e concreta liberalizzazione dei servizi per i cittadini. Servizi che, grazie appunto all’Open data e all’Agenda Digitale, potranno essere ampliati e forniti da soggetti diversi in libera concorrenza fra loro, dal momento che non saranno più esclusivo patrimonio della Pubblica Amministrazione. In questa ottica sono state previste azioni di sostegno immediatamente operative, per rafforzarne la tutela, le quali si tradurranno velocemente in una partecipazione qualificata dei cittadini all’attività istituzionale, in nuove opportunità per i giovani di trasformare le proprie idee in business, in incentivi all’imprenditoria laziale che voglia investire nell’innovazione”.
“In aggiunta, saranno posti in essere tutti gli sforzi necessari per il superamento di quel divario culturale che ancora oggi caratterizza il nostro Paese, mediante processi di sensibilizzazione, formazione e alfabetizzazione digitale, al fine di rendere la norma efficace in maniera diffusa e paritaria sull’intero territorio. Grazie a questo intervento normativo – ha precisato Miele – il Lazio si propone da oggi come una delle prime realtà in Italia a dare luogo e valore alla crescita intelligente, uno dei primari obiettivi della strategia europea per migliorare i risultati dei Paesi membri incentivandone lo sviluppo e l’occupazione. Da oggi – precisa Miele – grazie alla puntuale attenzione e alla forte volontà del Consiglio regionale della Presidente Polverini e dell’Assessore Cetica, il Lazio ha una propria Agenda Digitale ed é pronto a diventare una comunità intelligente rivolta al progresso sociale e al miglioramento della qualità della vita dei propri cittadini in termini culturali, economici e occupazional”.