Il Notariato accelera sull’Agenda digitale. Sono stati infatti stipulati i primi atti pubblici informatici relativi ad appalti, subito messi “al sicuro” nel sistema di conservazione a norma del Notariato. Il Crescita 2.0 prevede infatti che la stipula dei contratti pubblici di appalto di lavori, servizi e forniture, a partire dal primo gennaio di quest’anno, possa essere redatti dai notai solo con atto pubblico notarile informatico.
Il primo atto è stato stipulato in Puglia, in provincia di Brindisi, tra un Comune ed una società che si era aggiudicata l’appalto per la gestione del servizio integrato di igiene urbana. Secondo le nuove norme che sanciscono dunque il tramonto della carta per questa rilevante categoria di contratti della Pubblica Amministrazione, il notaio, per la conservazione degli atti notarili informatici, si avvale di una struttura tecnologica – messa a punto dalla società informatica del Notariato, Notartel, con il coordinamento della Commissione Informatica del Consiglio Nazionale del Notariato – idonea a custodire ma anche a preservare la validità giuridica nel tempo del documento informatico, senza nessun aggravio di costi a carico del cliente.
Il nuovo sistema di conservazione è operativo per accogliere gli atti notarili e i relativi allegati, formati sin dall’origine su supporto informatico nei formati abitualmente utilizzati dalla Pubblica Amministrazione e firmati digitalmente. Ogni notaio ha a disposizione uno spazio dove memorizzare i propri originali. Il notaio opera esclusivamente all’interno del suo spazio e invia al sistema di conservazione un insieme di documenti (“plico”) costituenti un originale notarile informatico, che potrà in qualunque momento essere visualizzato dal notaio stesso, il quale ne potrà estrarre copia. Il sistema verifica che i documenti presenti nel plico siano conformi ai formati previsti ed appone ai file le evidenze informatiche secondo quanto disposto dalla normativa vigente in materia di conservazione di documenti digitali.