L'INTERVISTA

Intelligenza artificiale, via alla sfida PA. Pacini: “Per le in-house ruolo chiave”

Il direttore generale di Csi Piemonte: “Bisogna garantire l’utilizzo di standard di qualità e di criteri etici europei per l’implementazione dell’AI, fornendo linee guida chiare e delineando le migliori pratiche e i protocolli da seguire”

Pubblicato il 13 Ott 2023

Pietro-Pacini

Come l’intelligenza artificiale può agevolare i processi di innovazione nella PA e quali potrebbero essere i rischi? E soprattutto quale ruolo possono svolgere le società in house nel governare questa trasformazione. Ne abbiamo discusso con Pietro Pacini, direttore generale di Csi Piemonte.

Pacini, l’intelligenza artificiale è una rivoluzione in corso: che impatti può avere il suo utilizzo nel processo di trasformazione della PA?

L’intelligenza artificiale è stata presente, anche se in modo sporadico, nella Pubblica Amministrazione da diversi anni, principalmente attraverso sistemi basati su regole o machine learning tradizionale. Tuttavia, l’avvento della AI generativa rappresenta un significativo salto in avanti. Questa nuova forma di AI è in grado di creare dati, immagini, testi e persino applicazioni simulate in modo autonomo, aprendo nuove prospettive e soluzioni precedentemente impensabili. Questo livello di creatività e adattabilità, consentito dalla AI generativa, può rivoluzionare radicalmente l’approccio alla trasformazione digitale nella Pubblica Amministrazione, amplificando l’automatizzazione e l’ottimizzazione dei processi in modi mai visti prima.  Noi pensiamo che l’AI possa ad esempio migliorare la qualità dei servizi digitali offerti ai cittadini, attraverso l’utilizzo di chatbot e assistenti virtuali, in grado di fornire risposte rapide e precise alle loro domande, ma anche possa supportare il funzionario pubblico a prendere decisioni basate sull’analisi di una quantità enorme di dati analizzati in tempo reale. Molte soluzioni di intelligenza artificiale consentono di aumentare l’efficienza e ridurre i tempi di elaborazione, automatizzando ad esempio i processi, analizzando i testi, semplificando le operazioni di archiviazione o il recupero delle informazioni. L’intelligenza artificiale inoltre può essere anche impiegata per identificare comportamenti sospetti, contribuendo alla prevenzione delle frodi e migliorando la sicurezza nei servizi pubblici. Infine, può intervenire in maniera significativa per favorire una maggiore integrazione e inclusione delle persone con disabilità in contesti sociali e lavorativi.

In questo processo che ruolo possono svolgere le in house per un inserimento sostenibile dell’AI nella PA?

Le in house come il Csi possono svolgere un ruolo cruciale per l’introduzione dell’intelligenza artificiale all’interno della macchina della pubblica amministrazione. Il primo passo è promuovere una cultura diffusa dell’AI tra i dipendenti della PA a tutti i livelli, in modo da sensibilizzare il personale sulle opportunità offerte, stimolare nuove idee e rendere consapevoli sui rischi e i vincoli connessi. Il Csi crede in una intelligenza artificiale responsabile ed etica e l’arrivo delle nuove regolamentazioni europee vanno proprio in questa direzione. Le in house dovranno accogliere gli standard di qualità e i criteri etici europei per l’implementazione dell’AI nelle soluzioni utilizzate dalla PA. Fornire linee guida chiare sull’uso dell’AI sarà quindi essenziale, delineando le migliori pratiche e i protocolli da seguire. Le in house potranno individuare aree specifiche in cui applicare con successo l’AI e avviare progetti, scegliere le tecnologie più opportune e seguirne l’implementazione, la messa in esercizio e soprattutto il monitoraggio, componente fondamentale di ogni soluzione di intelligenza artificiale. Infine, ritengo sarà importante favorire la collaborazione tra le PA, le aziende specializzate e le istituzioni accademiche per poter affrontare un tema vasto e pervasivo come quello della intelligenza artificiale.

Lo ha accennato prima ma ci può delineare meglio quali sono i vantaggi e rischi dell’AI usata nell’amministrazione?

L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nella PA promette di rivoluzionare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini, perché automatizzando compiti ripetitivi, consente alle persone di concentrarsi su mansioni più complesse e ad alto valore aggiunto. Ricordo che l’introduzione dell’intelligenza artificiale sta ridefinendo anche il mercato del lavoro perché, come fa notare un recente rapporto di Goldman Sachs, oggi il 60% dei lavoratori sono impiegati in professioni che 80 anni fa non esistevano. In secondo luogo, attraverso l’analisi di grandi quantità di dati, l’AI può identificare tendenze e modelli, contribuendo a migliorare la pianificazione urbana, la gestione del traffico, la prevenzione dei crimini e altri servizi pubblici. L’accessibilità poi h/24, 7 giorni su 7 è un altro aspetto positivo: assistenti virtuali e chatbot basati su AI possono fornire risposte rapide ai cittadini, migliorando l’accesso ai servizi e riducendo i tempi di attesa.  L’AI consente anche la personalizzazione dei servizi pubblici in base alle esigenze individuali dei cittadini, migliorando così l’esperienza utente e ottimizzando l’allocazione delle risorse pubbliche, come il personale e il bilancio.

Non si può negare che profilino rischi all’orizzonte…

Sappiamo che con l’innovazione arrivano anche delle sfide e dei pericoli da affrontare. Una guida importante sta arrivando proprio dall’Europa con l’introduzione dell’AI Act che ha l’obiettivo di garantire uno sviluppo etico dell’Intelligenza Artificiale in Europa. Tra le questioni sollevate, c’è sicuramente il tema della privacy, in quanto l’uso dell’AI comporta la raccolta e l’analisi di grandi quantità di dati personali, sollevando legittime preoccupazioni sulla protezione dei dati dei cittadini. Inoltre, i sistemi di AI possono sottendere processi complessi per la presa di decisioni che ereditano bias dai dati di addestramento, portando a decisioni o raccomandazioni, con implicazioni etiche importanti.  Non da meno è la sicurezza informatica: l’AI può essere vulnerabile ad attacchi informatici e alla manipolazione dei dati, con potenziali rischi per la sicurezza nazionale e la protezione dei dati sensibili. Infine c’è il tema del diritto di autore e della proprietà intellettuale, perché l’utilizzo dell’AI generativa porta con sé rischi legati alle fonti che l’AI utilizza per la creazione di contenuti originali, siano questi testi o immagini. Queste fonti violano la privacy delle persone? Rielaborano contenuti protetti da copyright? È chiaro che, soprattutto, per una realtà legata alla pubblica amministrazione, questo è un tema della massima importanza e che deve essere gestito con la massima attenzione, a tutela di tutti.

Come si sta muovendo Csi sul fronte AI? Che progetti avete in cantiere?

Il Consorzio ha focalizzato la sua attività su tre filoni di sviluppo: l’AI per l’automazione dei processi, l’AI per i servizi pubblici ai cittadini e l’AI per la gestione del territorio. Abbiamo utilizzato ad esempio il machine learning per il servizio della tassa auto della Regione Piemonte per dare risposte efficaci e in tempi rapidi ai cittadini. In questo caso l’intelligenza artificiale analizza il testo delle numerose mail che pervengono all’ente da parte del cittadino ad esempio su possibili esenzioni o chiarimenti su pagamenti o ingiunzioni, le classifica e le smista in modo automatico al funzionario che potrà fornire risposte tempestive. Ora il Consorzio sta lavorando per realizzare un assistente personale basato su AI generativa che semplificherà l’interazione del cittadino con la Pubblica Amministrazione. L’assistente potrà fornire al cittadino risposte personalizzate, direttamente nella sua lingua, potrà anticipare i suoi bisogni o suggerirgli iniziative di suo potenziale interesse. Fornirà informazioni su servizi, procedure, orari di apertura, lo potrà guidare nella compilazione di moduli e documenti, aiutandolo a evitare errori e semplificando procedure complesse, come la richiesta di sussidi o il completamento di documenti fiscali. Il cittadino potrà anche ad esempio pianificare automaticamente appuntamenti e fissare incontri con gli uffici o ricevere direttamente dall’assistente il certificato di cui ha bisogno. Dall’altra parte, gli operatori della pubblica amministrazione grazie all’intelligenza artificiale potranno monitorare, gestire e indirizzare le richieste dei cittadini all’ufficio competente per una risoluzione rapida ed efficace. Infine, sul fronte della gestione del territorio il Consorzio sta realizzando un “Digital Urban Twin” o “Gemello Digitale Urbano”, una replica digitale dinamica di una città o di una regione urbana. Grazie all’AI, non si tratta solo di una mera rappresentazione statica, ma di un modello che evolve in tempo reale, riflettendo le dinamiche reali dell’ambiente urbano.

Questo cosa permette di fare?

Consente una pianificazione e gestione più accurata di infrastrutture, servizi e risorse. In particolare, il Csi sta sperimentando sistemi di classificazione basati sull’IA per il riconoscimento delle culture agricole e l’uso del suolo. Queste innovazioni, integrate nel Digital Urban Twin, promettono di offrire strumenti di monitoraggio e intervento senza precedenti, come riconoscere e monitorare i tagli boschivi in modo più efficace, assicurando una gestione ambientale informata e sostenibile. In sintesi, grazie all’intervento dell’intelligenza artificiale, anche il campo dei Sistemi Informativi Territoriali sta entrando in una nuova era, dove la rappresentazione digitale delle città e delle regioni non solo riflette la realtà, ma anche anticipa e si adatta alle sue mutevoli dinamiche.

Il Csi è nella lista dei luoghi dove si lavora meglio: come avete raggiunto questo risultato?

Per il terzo anno consecutivo il Csi è stato inserito all’interno della classifica “Italy’s Best Employers 2024”, l’elenco delle 450 aziende italiane premiate come migliori datori di lavoro dai propri dipendenti. Il Csi è risultato alla 18° posizione nella categoria “Internet, IT e Telecomunicazioni”. La survey, condotta dalla società indipendente Statista, ha riguardato 4.500 aziende italiane con più di 250 dipendenti; sono stati intervistati oltre 20.000 dipendenti italiani che hanno risposto a una serie di domande sulle condizioni di lavoro all’interno della propria azienda. Le aziende che hanno conseguito questo riconoscimento si distinguono per l’attenzione verso lo sviluppo delle competenze, la predisposizione di piani di welfare aziendale, l’adozione di nuove modalità organizzative. È un premio straordinario al lavoro di squadra del Csi e all’equilibrio raggiunto tra gli obiettivi aziendali di crescita ed efficienza e il benessere dell’ambiente di lavoro. Si tratta davvero di un risultato importante anche rispetto al percorso di crescita che il Csi sta portando avanti, con un’attenzione costante alla propria organizzazione e al modo di lavorare.

Avete in cantiere nuove assunzioni?

Proseguiamo nel percorso di ricambio generazionale con un nuovo programma di assunzioni che partirà in questi mesi per continuare ad accrescere il know how e la sua capacità di delivery di progetti innovativi. Le assunzioni sono destinate al reclutamento di neo laureati e profili senior, esperti in Cloud, Cybersecurity, Intelligenza Artificiale, Infrastrutture, architetti e progettisti del software. Le figure cercate dovranno contribuire all’evoluzione dei sistemi informativi degli enti consorziati, in linea con i progetti in ambito Pnrr. Il Consorzio è una realtà solida, in crescita e attrattiva, in grado di offrire servizi importanti, a partire dai suoi Data Center e dal suo cloud Nivola, che gli permettono di guardare con fiducia al futuro per cogliere tutte le opportunità e tutte le sfide del Pnrr che vede impegnato il Csi in molteplici progettualità a supporto degli enti pubblici.

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