Italia e Cina firmano l’accordo per la creazione, a Shanghai, di
un Centro italo-cinese sul design e l’innovazione e per un centro
bilaterale sul trasferimento tecnologico, che sarà inaugurato a
Pechino. L’intesa è stata sottoscritta oggi a Shanghai dal
ministro della PA e Innovazione, Renato Brunetta, e dal ministro
cinese per la Scienza e la Tecnologia, Wan Gang.
Da parte italiana, il centro per il trasferimento tecnologico sarà
governato dall’Agenzia per la Diffusione delle Tecnologie per
l’Innovazione mentre quello sul design vede direttamente
coinvolti la Fondazione Valore Italia e l’Associazione per il
Disegno Industriale (Adi).
L’incontro è stato anche l’occasione per concordare la
realizzazione in Cina della seconda edizione del “Forum
Italia-Cina sull’Innovazione”, inaugurato a Roma nel novembre
scorso e di una nuova iniziativa del programma “Italia degli
Innovatori”, mirata a presentare sul mercato cinese innovatori e
giovani aziende high tech italiane. Lanciata con successo per la
prima volta all’Expo di Shanghai, questa iniziativa sarà infatti
progressivamente realizzata anche in altri Paesi.
Nel ringraziare i suoi ospiti, il ministro Brunetta ha sottolineato
come Cina e Italia siano “due grandi Paesi con enormi tradizioni.
Abbiamo quindi il reciproco interesse a costruire il futuro
mettendo insieme i nostri talenti. Siamo in grande sintonia con la
vostra politica di crescita e al tempo stesso consapevoli del
grande potenziale che hanno le nostre relazioni”. Brunetta ha
ricordato inoltre come l’Italia si collochi ormai ai primi posti
in Europa nel settore dell’E-Gov e ha spiegato ai suoi
interlocutori le riforme digitali che sta realizzando nella
burocrazia, nella sanità (in particolare per quanto riguarda la
trasmissione online dei certificati medici di 17 milioni di
lavoratori), nella giustizia e nella scuola italiane. “Vorremo
condividere con voi le nostre esperienze, soprattutto nel settore
cloud computing” ha aggiunto.
Alla Tongji University di Shanghai il ministro Brunetta ha tenuto
una lecture sul tema “Valute, debiti e squilibri commerciali: i
tre nodi di un accordo globale” ed è stato insignito del titolo
di professore honoris causa.