Verso la nascita del fascicolo digitale per ogni lavoratore con i percorsi scolastici, le occupazioni passate, i contributi versati, i sostegni ricevuti. Oltre a segnare la vita lavorativa, sarà essenziale nel nuovo assetto del mercato del lavoro che sta nascendo dal Jobs Act e in particolare in caso di disoccupazione. L’iscrizione sul portale dell’Anpal, la nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, che dovrà nascere con un decreto legislativo, potrà essere fatta sotto tre profili “disoccupati”, “a rischio disoccupazione” e implicherà l’immediata disponibilità ad accettare corsi di formazione e riqualificazione. E quando sarà, a non rifiutare “congrue offerte di lavoro” sempre rispetto al proprio fascicolo elettronico. Un rifiuto che potrebbe portare alla perdita in parte o in toto gli ammortizzatori (Naspi, Asdi, Discoli): decurtazione di un quarto o sospensione di una mensilità, decadenza dalla prestazione.
Ma sul decreto legislativo che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri – secondo quanto scrive Repubblica – entro la settimana, ma non c’è ancora un accordo definitivo. Il provvedimento contiene anche la discussa norma del finanziamento dei centri e il problema dei 6 mila ex dipendenti delle Province che ad oggi mandano avanti gli uffici di collocamento nelle Regioni ordinarie. Servono 210 milioni l’anno, il governo ne mette 70 più un’al tra cifra da quantificare. Il resto spetta alle Regioni che però fanno resistenza. Inoltre, il decreto che istituisce l’Anpal è dettagliato, sin troppo dipendente da numerosi e ulteriori decreti attuativi che rischiano di posticiparne l’operatività all’anno prossimo.