Lo aveva annunciato lo scorso maggio, in occasione della
presentazione del suo Piano industriale per PA, il ministro
Brunetta, che nel Cnipa più di qualcosa doveva essere cambiato. E
aveva anche assicurato che il provvedimento, in questo senso,
sarebbe arrivato entro la fine del 2008. C’è voluto qualche mese
in più, ma la promessa è stata mantenuta. L’ufficio legislativo
del ministro per la PA e Innovazione ha redatto uno schema di
regolamento in 22 articoli per il riordino del Centro nazionale per
l’informatica nella Pubblica amministrazione che è già stato
inviato, per conoscenza e competenza, agli uffici legislativi del
ministro per la Semplificazione normativa, a quello
dell’Attuazione del programma di governo e all’Economia e
Finanza. Stando a quanto previsto dal testo il Cnipa chiuderà i
battenti per fare spazio a una nuova struttura che prenderà il
nome di Digit@PA a cui toccherà gestire i 1.380 milioni di euro di
E-Gov 2012.
Come si legge nell’articolo 3, l’ente svolgerà funzioni di
consulenza e proposta in materia di amministrazione digitale nei
confronti del presidente del Consiglio, del ministro per la PA e
Innovazione, nonché verso Regioni ed enti locali. Come ha fatto il
Cnipa finora. A non essere cambiata è anche la facoltà di emanare
regole e standard e, infine, di produrre pareri sui contratti
stipulati dalle PA.
Nulla di nuovo, dunque? Tutt’altro. La vera novità è scritta
nell’articolo 16 dedicato alle entrate di Digit@PA. Al comma 1E
si legge che le entrate dell’ente sono costituite anche “dai
ricavi ottenuti attraverso la cessione dei prodotti dell’ingegno
o di know how”. In altre parole “il figlio del Cnipa” potrà
vendere sul mercato prodotto informatici. Non è cosa da poco. Nel
comma è contenuto tutto il “Brunetta pensiero” su quello che
l’amministrazione di casa nostra dovrebbe diventare: una realtà
produttiva in grado di sviluppare soluzioni ad alto valore
tecnologico che possano competere sul mercato, al pari di qualunque
altra azienda.
Una bella sfida che Brunetta si è messo in testa di vincere anche
con l’assunzione di 50 esperti estranei all’amministrazione, ma
“di comprovata esperienza e professionalità” (art. 12). E
proprio il ricorso a professionalità esterne, però, ha messo in
allarme i sindacati. “Sui 50 esperti abbiamo dei dubbi – spiega
Alfredo Garzi, segretario nazionale delle Fp-Cgil -. Prima di tutto
perché percepirebbero delle retribuzioni più elevate di quelle
percepite ora dai lavoratori del Cnipa e poi perché si tratterebbe
di personalità, sicuramente esperte, ma che poco hanno a che
vedere con la PA. In questo senso si andrebbe a perdere tutto
quella cultura ‘amministrativa’ che in un ente siffatto è
determinate”. Accanto agli esperti i tecnici di Brunetta
prevedono 80 unità di ruolo e 30 in prestito (in comando, distacco
o fuori ruolo).
“Anche rispetto a questa decisione restiamo scettici – continua
Garzi -. Significa che verranno rimandati agli enti di provenienza
i 60 comandati che finora sono stati impiegati, e non rinnovati i
contratti al personale in collaborazione. Significa che si avranno
ricadute negative sull’occupazione e, conseguentemente, sulla
qualità del lavoro svolto dall’ente”.
L’ultima novità riguarda la figura del segretario generale – al
Cnipa non era prevista – che affiancherà il presidente e che
svolgerà funzioni di coordinamento. Sul segretario nessun nome è
stato ancora fatto, ma sulla prima carica i giochi sarebbero già
chiusi. A quanto risulta al Corriere della Comunicazioni dovrebbe
essere Fabio Pistella, attuale presidente del Cnipa.
ANTONIO PALMIERI (PDL): ORA UN ENTE PIU'
FUNZIONALE
«Un cambiamento che va nella giusta direzione, ovvero verso una
razionalizzazione degli enti che si occupano di innovazione».
Antonio Palmieri, deputato Pdl, già responsabile Comunicazione
elettorale e Internet di Forza Italia, plaude alla futura nascita
di Digit@PA.
Cosa la convince di più nello schema di
regolamento?
Il fatto, appunto, che il ministro abbia ancora una volta deciso di
puntare ad una razionalizzazione del settore dell’innovazione
pubblica, sia in termini di spesa sia in termini di competitività.
Anche l’espansione delle competenze risponde alle esigenze di
modernizzazione di cui il governo si è fatti portavoce.
Si riferisce alla possibilità che avrà il nuovo ente di
vendere i prodotti sul mercato?
Esattamente. In questo modo si mette Digit@PA nella condizione di
interagire direttamente con il mercato Ict e con le aziende leader.
Un’interazione che non potrà che fare bene alle performance
della Pubblica amministrazione per quel che riguarda la qualità
dei servizi erogati.
I sindacati sono preoccupati delle ricadute occupazionali e
dell’assunzione di 50 esperti nominati dal ministro.
L’assunzione di queste personalità, invece, va vista come
ulteriore prova dell’impegno che il ministro per aumentare
l’efficienza della PA. D’altro canto al Cnipa lavora personale
altamente qualificato di cui nessuno vuole fare a meno.
Però rischiano di andare casa sia i collaboratori sia i
dipendenti comandati.
Come è già successo in passato, sono sicuro che Brunetta saprà
trovare una mediazione in questo senso. A partire da un confronto,
serio e proficuo, con i sindacati. A tutti sta a cuore il futuro
dei dipendenti del Cnipa.
Nessuna nube all’orizzonte dunque?
Io non ne vedo. Mi pare che si siano sollevate delle problematiche
che emergono ogniqualvolta si mettono in campo iniziative
innovative. Certamente i cambiamenti possono generare stupore e
confusione, almeno in una prima fase. Da parte del governo c’è
la totale disponibilità ad appoggiare la strategia di
Brunetta.
BEATRICE MAGNOLFI (PD): SI RISCHIA IL CAOS DI
SISTEMA
«Il governo ha di fronte un piano di innovazione con una
tempistica ambiziosa. Onestamente cercare di raggiungere tutti gli
obiettivi stabiliti da E-Gov 2012 con un cantiere aperto, che non
si sa che fine farà, mi sembra un salto nel buio». Beatrice
Magnofi, sottosegretario alla Pubblica amministrazione con delega
all’Innovazione nell’ultimo governo Prodi, spiega perché lo
schema di regolamento non la convince.
Da parte sua una bocciatura totale?
Guardi, io credo che nell’ambito dell’innovazione le
ristrutturazioni siano sempre necessarie. Anche il governo Prodi
stava lavorando ad un rinnovamento del Cnipa, soprattutto per quel
che riguardava la situazione del personale impiegato che ancora non
aveva un ruolo, e quindi un contratto, così come invece previsto
negli altri enti pubblici.
Cosa la preoccupa?
Soprattutto il ridimensionamento del ruolo di controllo del nuovo
ente. Digit@PA sarà investito a dare pareri solo per acquisti
delle PA superiori ai 2 milioni di euro. In questo modo, per
sveltire le procedure, le PA saranno tentate di effettuare solo
acquisti più bassi che non verranno monitorati. Il risultato sarà
di aprire ulteriormente la strada verso l’incompatibilità di
sistemi e di standard che renderanno gli enti pubblici ancora meno
interoperabili di quanto già non lo siano. Finora il Cnipa aveva
lavorato per dettare standard e implementare tecnologie utili a
fare sistema.
I sindacati sono preoccupati per le ricadute che si avranno
sull’occupazione.
Al Cnipa è impiegato personale altamente qualificato che rischia
di essere mandato a casa perché comandato o perché inquadrato con
contratti di collaborazione. Lo schema di regolamento non dice
nulla in proposito.
Il testo fa riferimento a 50 esperti.
Anche lì c’è poca chiarezza. Soprattutto per quel che riguarda
i loro compensi. Il documento è poco chiaro anche sulla questione
della copertura finanziaria di tutta l’operazione. Anche la
Ragioneria generale dello Stato ha sottolineato che mancano le
specifiche sugli effetti finanziari dell’operazione e sulla
riduzione di spesa.