“L’Inps ha continuato a ricevere attacchi hacker dal 21 marzo ad oggi. Il 1 aprile gli assalti sono stati molto molto consistenti”. L’annuncio arriva dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in audizione in commissione Lavoro della Camera. “Abbiamo fatto denuncia alla Procura in data 3 aprile”, aggiunge.
“Abbiamo fatto denuncia alla Polizia postale, al dipartimento di Sicurezza che è venuto a visionare se ci fossero problemi di sicurezza pubblica. Non dico che gli attacchi hanno causato il data breach del primo aprile, ma che abbiamo lavorato in questo contesto, dovendo dedicare risorse informatiche anche a questo”, ha spiegato, chiedendo “scusa” per il disservizio.
“Abbiamo gestito in pochi giorni una mole di provvedimenti che di solito si gestiscono in 2-3 mesi e messo in piedi decine di circolari e messaggi, una numerosità che normalmente si gestisce in 5-7 anni e con il 95% dei dipendenti in smart working” ha poi proseguito difendendo l’ente che dal 2012 ha subito un drastico taglio dei fondi a causa della spending review.
“Nel 2019 le spese per informatica dell’Inps ammontavano a 305 milioni su un valore di produzione pari a 339 miliardi, mentre per l’Inail ammontavano a 210 milioni per un valore di produzione di 9,7 miliardi” ha detto mettendo in evidenza la sproporzione tra i due istituti.
Tridico ha inoltre aggiunto che “negli ultimi anni non è stato favorito il controllo da parte della struttura interna perché con troppa frettolosità sono stati dati in outsourcing servizi importanti, per questo l’Inps spende 250 milioni l’anno in contratti, mentre la spesa per il personale interno è di 48 milioni: vorrei che questo si invertisse e che l’Inps si riappropri dei processi di controllo”, ha detto.
Infine la questione call center: “ Ho fatto presente la questione al ministro e adesso c’è una norma che consentirà, alla scadenza del contratto in essere, di internalizzare i call center per migliorare questo servizio che ritengo strategico”.