Lazio Escape, quando il decollo?

I tempi di insediamento della nuova giunta hanno rallentato il progetto. Ma ora si può ripartire

Pubblicato il 13 Dic 2010

 L’ha detto lo scorso 8 novembre il ministro Brunetta al 5°
Forum Meridiano Sanità: “Grazie a certificati online, ricette
digitali, fascicolo sanitario elettronico e prenotazioni integrate
sarà possibile ottenere un risparmio del 10% della spesa
sanitaria, pari a 15 miliardi l’anno”. Un processo virtuoso in
grado di innestare la Sanità Elettronica nel nostro sistema
sanitario: lo conferma anche il recente studio “Il mondo della
salute tra governance federale e fabbisogni infrastrutturali”
realizzato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con la Fondazione
Cerm. 

Nello studio si cita una buona pratica: il progetto Escape,
sviluppato dalla Ulss 9 di Treviso, sulla digitalizzazione del
processo documentale che sta alla base della costruzione del
Fascicolo Sanitario Elettronico. Due le ragioni della scelta. Da un
lato il miglioramento in termini di efficienza dei servizi sanitari
offerti, dall’altro la razionalizzazione dei costi prodotta
dall’investimento del progetto Escape. Si calcola, infatti, che
l’azienda trevigiana a fronte di un investimento iniziale di
500mila euro sia stata in grado di risparmiarne 636mila,
migliorando il livello di efficienza e dando ai cittadini la
possibilità di scaricare online i referti, risparmiando tempo e
denaro.

Il Progetto Escape, ritenuto idoneo dal Cnipa per essere
“riusato” presso altri enti pubblici, come modello da
implementare in altre amministrazioni, gode di un cospicuo
finanziamento del Ministero per la PA e l’Innovazione, pari al
40% del totale. Per il finanziamento nel 2009 si sono presentate
all’appello due Regioni: Veneto (per le restanti aziende
sanitarie) e Lazio.  
È una buona intuizione da parte delle due amministrazioni:
l’estensione regionale del progetto di Treviso porterebbe ad un
risparmio di 7,79 milioni di euro. Nel Veneto i lavori sono
iniziati già ad ottobre dello scorso anno e tra pochi mesi saranno
disponibili i primi risultati nella Provincia di Verona.

In Lazio pare che l’avviamento del progetto sia stato rallentato
dal cambiamento della giunta, ma ora siamo al momento cruciale. Si
tratta infatti di una grande opportunità, non solo per il
risparmio, ma anche per i vantaggi che il progetto potrebbe offrire
ai 5,6 milioni di cittadini della regione. L’obiettivo di Escape,
infatti, è quello di dematerializzare la grande mole di documenti
sanitari a validità legale in tutte le strutture sanitarie della
Regione, in primis i referti dei dipartimenti diagnostici, ad oggi
più di 10 milioni l’anno, gestiti su supporto cartaceo con
grande impegno del personale delle amministrazioni e disagio per i
cittadini.
Gli obiettivi sono, da un lato, gestire digitalmente l’intero
ciclo di firma (certificazione, archiviazione, distribuzione,
estrazione e conservazione dei referti informatici), dall’altro
migliorare il servizio reso al cittadino inviando il referto
firmato digitalmente direttamente all’utente, utilizzando varie
tipologie di distribuzione, indipendentemente dal luogo di
effettuazione degli esami, e pochi istanti dopo la loro
validazione.

Attraverso vari canali di comunicazione il cittadino ha così a
disposizione uno sportello aperto 24 ore su 24 e 7 giorni su 7
ovunque si trovi.

L’Azienda Ulss 9 Treviso registra oggi il 70% dei download dei
referti via Internet. In base al numero di assistiti del Lazio, la
messa a regime della soluzione di Treviso nell’arco di tre anni
potrebbe portare a un risparmio annuale per i cittadini di 18
milioni di euro di trasporto per il ritiro dei referti e un costo
opportunità (determinato dal tempo risparmiato) di 44 milioni.
Inoltre la gestione digitale, in termini di benefici aziendali non
monetizzabili, può contribuire a ridurre i frequenti errori che si
verificano durante lo smistamento dei referti (si attestano
attualmente intorno al 10%) e a semplificare così i relativi
processi amministrativi che si attivano per l’accertamento di
errori.

Infine, si può apprezzare un impatto dell’innovazione sui tempi
di refertazione: riduzioni fino al 61,3% delle fasi intercorrenti
tra richiesta e ricezione del referto per gli esami di laboratorio
urgenti.

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