“Ultimamente sembra essersi diffusa la percezione che l’Agenda Digitale sia per il nostro Paese l’unica, necessaria via verso la modernizzazione, esasperandone il valore innovativo come se finora in Italia non fosse stato fatto nulla di davvero valido e concreto per dare una regolamentazione alla digitalizzazion. Ma la realtà non è questa”. Lo dichiara Andrea Lisi, presidente di Anorc – Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione Digitale
“L’Italia, al contrario di altri Stati europei, possedeva già una sua strategia digitale e un nutrito complesso di norme in materia, una parte delle quali è rimasta finora lettera morta. Sarebbe bastato verificare quali norme già in vigore fossero in eventuale contrasto con i principi comunitari e aggiornarle secondo necessità, in modo da garantire concretezza e sistematicità al nostro apparato legislativo. Ora con l’Agenda Digitale si rischia di appiccicare alla ben strutturata legislazione preesistente ancora altri principi generalissimi. È sempre un bene che si parli di innovazione digitale in Italia, ma è necessario farlo in modo concreto e serio, sviluppando precise e puntuali strategie di digitalizzazione”.