AGENDA DIGITALE

Lorenzin: “Sanità digitale, risparmi per sette miliardi”

L’allarme del ministro della Salute: “Siamo in ritardo rispetto al resto d’Europa: bisogna uniformare accessi e procedure per garantire interoperabilità dei sistemi regionali”

Pubblicato il 29 Mag 2013

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Dalla messa a regime del sistema di sanità digitale in Italia – dall’innovazione delle ricette elettroniche alla telemedicina, dal fascicolo sanitario elettronico alle nuove tecnologie per consentire la deospedalizzazione – potrebbero derivare per le casse dello Stato risparmi pari a sette miliardi di euro. E’ il dato fornito dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in occasione della conferenza sulla sanità digitale, nell’ambito del ForumPA 2013. Sul fronte della sanità digitale, ha detto il ministro, “siamo assolutamente in ritardo rispetto a Europa e Usa, ma molto è stato fatto considerando il punto di partenza. Uno dei problemi per la sanità elettronica è che, come avviene per la sanità italiana in generale, abbiamo una situazione che nelle regioni è a macchia di leopardo”.

Ci sono infatti regioni, ha rilevato Lorenzin, “oltre il 90% quanto a informatizzazione e altre che sono invece in difficoltà. Questo è però un cammino avviato e che deve essere portato a termine”. Una delle criticità messe in evidenza dal ministro è stata quella della sfida nell”uniformare accessi e procedure elettroniche, affinché le diverse strutture nelle varie regioni siano in grado di dialogare tra loro”. E’ infine fondamentale sottolineare il fatto, ha concluso il ministro, che “intorno alla sanità elettronica si creano anche nuove professionalità, lavoro e si produce quindi economia’.

Nel corso della conferenza è stato anche presentato uno studio realizzato da Himss Analytics sullo stato della sanità digitale in Italia. Dall’indagine, puntata sul confronto con gli altri Paesi europei, emerge che le strutture sanitarie italiane in pochissimi casi raggiungono un livello elevato di digitalizzazione, con la totale eliminazione della documentazione cartacea. Si evidenzia come sette strutture su 10 siano ancora ad un livello iniziale di digitalizzazione: attualmente immettono cioè dati nei sistemi digitali, come ad esempio la cartella clinica elettronica, ma il processo non è poi completato. Lo studio rileva inoltre come la quota di spesa sanitaria ospedaliera nel nostro Paese dedicata alla digitalizzazione sia pari all’1,4% del totale, un valore inferiore rispetto a quella registrata in vari altri Paesi europei.

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