“Entro il mese di maggio approveremo in Consiglio dei ministri il Freedom of Information Act, una legislazione che renderà l’Italia un Paese più competitivo e umano”. Lo ha annunciato Marianna Madia, ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, intervenendo a Milano all’incontro “Milano capitale dell’amministrazione semplice e trasparente”, al quale ha preso parte insieme al senatore Pietro Ichino e al candidato a sindaco di Milano per il centrosinistra, Giuseppe Sala. Ripercorrendo l’esperienza di OpenExpo, il portale avviato in occasione di Expo 2015 nel quale era possibile accedere a tutti i documenti relativi alla realizzazione dell’evento, il ministro spiega che “è uno strumento che ci ha permesso di migliorare di otto posizioni il ranking dell’Italia nelle classifiche sulla trasparenza”.
E il Foia va nella stessa direzione: “Il Freedom of Information Act è una legislazione che, al pari del modello dei Paesi anglosassoni, consentirà al cittadino di verificare lo stato di avanzamento e la gestione delle risorse per realizzare opere pubbliche”. Perché “la trasparenza è un grande strumento di cooperazione virtuosa per allontanare qualunque tipo di illecito”.
“Oggi – ha proseguito Madia – ciascuno può conoscere i documenti della pubblica amministrazione, ma solo se lo riguardano direttamente. Con il Foia passeremo a una legislazione che consentirà al cittadino di accedere a un dato, indipendentemente dal suo interesse personale”. Tutto questo, conclude, “ci consegnerà delle amministrazioni migliori e un Paese più competitivo, giusto, equo e umano”.
In occasione della firma del protocollo di intesa su innovazione e semplifcazione con il Comune di Milano, Madia ha evidenziato che Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, è “un cambiamento enorme”. Il ministro ha spiegato che “fare una buona riforma della PA significa prima di tutto intendere la Repubblica in senso unitario, cioè come un corpo unico che va verso i più meritevoli e i più bisognosi. E non come una serie di amministrazioni slegate che si bloccano tra di loro”. E “per portare avanti questa scommessa, oggi esiste un’innovazione tecnologica, motore per un progresso sociale e democratico”.
La sfida, ha sottolineato, è “portare entro la fine del 2017 tutte le amministrazioni in rete e, attraverso un unico codice, dare la possibilità ai cittadini di interagire con tutti i livelli di governo per ricevere i servizi pubblici e adempiere a tutti gli obblighi con la PA”. In questo senso, “il sistema pubblico di identità digitale è un cambiamento enorme”. “La precondizione – ha concluso – era creare questa infrastruttura immateriale. Ora dovranno entrarci tutte le amministrazioni”.