Cresce di settimana in settimana il numero delle e-mail con le proposte di integrazione al piano di riforma della PA inviate al ministero della PA e Semplificazione. “Da 23mila e-mail giunte alla data del 22 maggio 2014 siamo giunti a quota 34.674”, annuncia il premier Matteo Renzi in un tweet.
La riforma della Pubblica amministrazione si snoderà – ha annunciato il premier – in “uno o due atti normativì che saranno presentati nel Consiglio dei ministri del 13 giugno”.
Questa mattina al Forum PA il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha definito la riforma “essenziale” per far funzionare anche le altre. Il Governo è quindi pronto a mettere mano alla riforma della burocrazia, arco di volta sul quale si reggerà tutto il funzionamento del sistema Paese, o per dirla con le parole del ministro Marianna Madia, oggi sentita alla commissione bicamerale sulla Semplificazione, “prerequisito per il rilancio dell’economia”.
“La Riforma – come ha spiegato il ministro – ha la sua pietra angolare nella semplificazione a partire da una “smart regulation”: riduzione dell’eccesso di regolazione di cui la legislazione italiana, e di conseguenza la burocrazia, sono afflitte. Alla quale si affianca la riorganizzazione della struttura dello Stato e dei suoi dipendenti”.
Impresa olimpica sulla quale si è riversato tutto lo scetticismo di Renato Brunetta, ex ministro della Pubblica amministrazione del Governo Berlusconi: “più che una riforma sembra un ritorno al passato, un passato che non ha funzionato”. A Brunetta in particolare non piace l’idea che sul dirigente pubblico non ci sia più una valutazione ad personam ma – secondo la riforma Madia – sull’ufficio (“A differenza di Brunetta noi pensiamo che sia più importante valutare gli uffici e non le persone” ha detto Madia aggiungendo che le regole di “valutazione” secondo Brunetta è così complessa che non si può applicare).
Quello delle carriere dei dirigenti della PA resta un argomento scottante. “Toglieremo ogni automatismo alle carriere dirigenziali” e nel cursus honorum “sarà importante la valutazione” una valutazione che “avverrà sulla base di obiettivi misurabili fissati dal Ministro competente” ha detto Madia non tralasciando di sottolineare subito dopo che “resta fondamentale difendere l’indipendenza della dirigenza pubblica dalla politica, escludendo un sistema di spoil system“.
Soluzione difficile ma che certamente porterà alla fine di carriere automatiche con il tentativo di “creare competizione e un mercato della dirigenza”. La soluzione proposta da Madia è l’istituzione di un Ruolo Unico al quale avranno accesso, dopo concorso, i dirigenti. E da questo ruolo saranno presi i capiufficio o, meglio “i manager” della PA, secondo criteri di meritocrazia. Insomma, ha spiegato Madia, “la valutazione” sarà cruciale per le carriere.
Accanto alla spinosa regolamentazione delle carriere pubbliche, l’altro punto cui il governo dovrà mettere mano sarà la semplificazione legislativa. Madia ha annunciato una serie di Testi Unici per organizzare le diverse materie. “Testi Unici che dovranno limitarsi allo snellimento delle normative e non incidere sui contenuti” per non rischiare di fare delle mini-riforme. Il primo Testo Unico sarà proprio sulla semplificazione, si tratterà di ridurre le complicazioni burocratiche che affliggono i cittadini. Secondo una consultazione promossa dal ministero, in cima alle complicazioni ci sarebbero il fisco e l’edilizia, seguono l’accesso ai servizi sanitari, le procedure per i diversamente abili e gli adempimenti in materia di lavoro e previdenza.
Per stimolare la discussione sul progetto di riforma il governo ha inviato una lettera ai dipendenti pubblici dove si elencano i punti chiave della piano che viaggerà di pari passo con l’attuazione dell’Agenda digitale le cui deleghe saranno a breve affidate ufficialmente alla stessa Madia.
Tra i pilastri del progetto di riforma della PA ci sono infatti le tecnologie a servizio della PA. A cominnciare dal pin unico per accedere ai servizi pubblici nell’ambito di una iniziativa più ampia sull’dentità digitale. Riflettori anche sugli open data – in particolare verrano aperti i dati del sistema Siope – e interoperabilità delle banche dati. Si punta ad accelerare il processo di dematerializzazione dei documenti amministrativi.