Partono i lavori del nuovo corso di governance per l‘Agenda digitale. E’ possibile interpretare così la “chiamata alle armi” che Marianna Madia ha fatto nei giorni scorsi in forma di lettera mandata a varie amministrazioni, fissando un incontro il 5 agosto. La ministra della pubblica amministrazione e responsabile dell’Agenda ha chiesto di preparare una serie di proposte con cui sarebbe possibile risparmiare sulla spesa pubblica grazie al digitale e quindi di illustrarle in quella sede.
Tra i destinatari della lettera, ci sono sono alcuni ministeri (Interni, Sviluppo economico) e agenzie (come l’Agenzia delle Entrate). Non ci sarebbe il ministero della Sanità, tra quelli chiamati a raccolta, e il motivo sarebbe un accordo secondo cui i risparmi conseguiti in quest’ambito grazie al digitale dovranno essere reinvestiti nella stessa Sanità.
“Il nostro paese sconta un ritardo non più accettabile sulla digitalizzazione, nel momento in cui la razionalizzazione della spesa è un’esigenza sempre più pressante”, esordisce Madia nella lettera. Si dice “consapevole” dell’impatto positivo che la digitalizzazione può avere sulla spending review. Chiede quindi ai destinatari di indicare “un referente dell’amministrazione che illustri quali azioni a breve e medio termine possano contribuire a ridurre la spesa pubblica”. Sono proposte di azione che Madia armonizzera in un piano per l’Agenda digitale, con il supporto dell’Agenzia per l’Italia Digitale e il Comitato d’Indirizzo (per cui però è pendente la registrazione delle recenti nomine).