Reti interconnesse che funzionano come se fosse una e data center in grado di lavorare in ottica interoperabilità. Il progetto Tripolo, nato in seno ad Assinter e messo in campo da Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Provincia di Trento, anticipa i tempi di realizzazione dei poli strategici nazionali (Psn) previsti dal Piano triennale di Agid. E mira a diventare un modello nazionale. Ne parliamo con Gianluca Mazzini, dg di Lepida, una delle in house che gestiscono l’iniziativa insieme a Insiel e Trentino Network.
Mazzini, con quale obiettivo è nato Tripolo?
Il primo è quello di collegare “fisicamente” le reti per stare tutti insieme. Ognuno dei soggetti coinvolti ha effettuato ingenti investimenti per realizzare le proprie infrastrutture, che dunque nascono separate, ma che si connetteranno in due punti di interscambio, uno a Padova e l’altro a Milano. L’obiettivo è quello di avere una rete sola. C’è poi il fronte data center: si tratta di unificare le procedure con cui lavoriamo in termini di certificazione e realizzazione dei servizi. Anche in questo caso, in una logica di interscambio, si punta a fare in modo che una “macchina virtuale” possa viaggiare tra Trento, a Bologna a Trieste attingendo da essa risorse qualora servano, in ottica cloud. Il terzo punto riguarda i servizi: vogliamo capire quali prestazioni le singole realtà hanno già sviluppato e portarle a un livello di condivisione.
Avete già identificato un set di servizi?
Un esempio può essere il Fascicolo sanitario elettronico. Nel caso dell’Fse può avere un senso che la piattaforma poggi su un unico software. Stesso discorso per i pagamenti digitali: l’idea è sviluppare sistemi locali in grado di interfacciarsi con PagoPA, anche a sostegno delle società sul territorio che hanno difficoltà a relazionarsi con la piattaforma nazionale.
Che tempi vi siete dati per scaricare a terra l’iniziativa?
C’è una time table molto dettagliata a cui stanno lavorando gruppi di lavori delle tre realtà. A grandi linee posso dire che a giugno verrà terminata l’interconnessione delle reti; per i data center contiamo di iniziare la migrazione tra giugno e settembre. Presumibilmente entro l’anno saremo in grado di erogare i primi servizi congiunti.
Tripolo ha le carte in regola per diventare un modello nazionale. Come si possono aggregare altri territori?
Il progetto è aperto, chiaramente nato dalla volontà di realtà territoriali che, vuoi per vicinanza geografica vuoi per similitudine a livello infrastrutturale, hanno avuto più facilità a mettersi insieme. Ma si tratta di modello replicabile anche su altri territori, al Centro o al Sud, in ottica Psn. Allo stesso tempo Tripolo può diventare una sorta di “calamita” e attrarre gli enti a noi più vicini: penso alla Regione Veneto o alla Provincia di Bolzano.
Che ruolo può giocare Assinter nella diffusione di questo modello?
Il ruolo dell’associazione è cruciale perché è il luogo del confronto, dell’elaborazione. È lì che le in house riescono a capire come si può stare insieme in maniera strutturata, pur valorizzando le proprie specificità.
L’Emilia Romagna scommette sul consolidamento: sta per diventare realtà la fusione tra Cup2000 e Lepida. Che valore aggiunto porterà alla PA e ai cittadini questa operazione?
L’operazione ha una forte valenza strategica perché mette a sistema due eccellenze locali, eliminando le duplicazioni. Finora Lepida e Cup 2000, pur operando in settori diversi – gli enti locali la prima, la sanità la seconda – facevano le stesse attività, come nel caso della progettazione dei software. Avremo, dunque, una sola in house che fa software, creando forti sinergie ed economie di scala. La fusione permetterà inoltre di ottimizzare le funzioni trasversali: penso ad esempio agli obblighi derivanti dalle norme sull’amministrazione trasparente o ancora quelle relative alle procedure di gara e concorsuali. L’obiettivo finale è comunque l’evoluzione in ottica digitale di tutti i punti di accesso alla PA da parte di cittadini e imprese a partire dal servizio prenotazioni fino agli Urp.