L'INTERVISTA

Minucci, Anci Digitale: “Comuni all’avanguardia sull’attuazione del Pnrr”

L’amministratore unico della in house di Anci: “Con 31 miliardi e 700 milioni già assegnati agli enti bandite 35mila gare per un valore di 17,7 miliardi”. Ma la tecnologia non basta: “Serve innovare processi e organizzazione”

Pubblicato il 29 Mag 2023

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Comuni ed enti locali sono pronti alla svolta digitale. Ma serve consapevolezza di quell che significa digitalizzare: non solo iniezione di tecnologia ma anche innovazione dei processi e del modo di lavorare della PA. E’ la visione di Franco Minucci, confermato alla guida di Anci Digitale, la in house in Anci.

La transizione digitale è il fulcro della ripresa. Il Pnrr stanzia circa 50 miliardi nella missione 1: a che punto sono Comuni ed enti locali sul fronte investimenti?

Semplicemente rispondo con le parole del Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che desidero qui ringraziare per la fiducia dimostratami con la riconferma alla guida di Anci Digitale: “I dati ufficiali aggiornati sull’andamento delle gare per il Pnrr confermano quanto abbiamo sempre detto: i Comuni sanno spendere e lo fanno bene. Di fronte ai numeri spero si esaurisca finalmente il dibattito sui Comuni che potrebbero causare ritardi nell’attuazione del Piano di investimenti”.

I numeri quali sono?

Dei 40 miliardi che il Pnrr affida ai Comuni, e che rappresentano comunque solo il 19% delle risorse totali assegnate al nostro Paese, alla data del 7 marzo di quest’anno ne sono stati effettivamente assegnati 31 miliardi e 700 milioni. Sulla base di questi fondi, stando ai dati pubblicati da Anac i Comuni hanno già bandito, per la realizzazione dei propri progetti, 35 mila gare, impegnando 17 miliardi e 700 milioni. Questo vuol dire che siamo a oltre il 56 per cento delle risorse disponibili già messe a gara, da parte di amministrazioni comunali che, come sappiamo tutti, soffrono di mancanza di personale e hanno dovuto superare in questi ultimi due anni ostacoli burocratici d’ogni tipo. Un ulteriore dettaglio, che è giusto sottolineare, riguarda il dato sui fondi destinati al Sud, il 44,6 %, a prova del fatto che la riserva stabilita dall’Europa per il Mezzogiorno del 40% è stata addirittura superata.

Dal vostro osservatorio privilegiato, gli enti locali sono pronti alla rivoluzione digitale?

Grazie al Pnrr, gli Enti Locali hanno una occasione unica per digitalizzare i propri servizi e promuovere lo sviluppo delle competenze digitali del proprio personale. Gli enti locali, come l’intera amministrazione pubblica, stanno attraversando una complessa rivoluzione industriale, caratterizzata da tecnologie che li spingono a trasformare modelli operativi, persone e modalità d’interazione con i cittadini. Oltre a sperimentare soluzioni per l’automazione dei processi interni, le amministrazioni locali necessitano di un’infrastruttura IT moderna che consenta loro di rispondere dinamicamente alla crescente richiesta di servizi moderni e informazioni trasparenti. Migrazione al cloud delle amministrazioni, interoperabilità tra gli enti pubblici, rafforzamento delle difese di cybersecurity e adozione del principio “once only” sono solo alcuni degli aspetti sui quali si sta agendo per trasformare digitalmente il nostro Paese. Nonostante gli ostacoli dettati da una burocrazia lenta e da budget e personale ridotti, i trend elencati costituiscono la base per un sistema delle autonomie locali pronto per il futuro, in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini e accelerare il lungo percorso di modernizzazione.

Che tipo di ostacoli incontrano e come si possono rimuovere?

Uno degli aspetti di fondamentale importanza è la mancanza di consapevolezza nella digitalizzazione della PA. Venendo a mancare la consapevolezza si crea in sistema ingannevole che prevede l’introduzione dello strumento digitale senza però attuare un vero e proprio cambiamento. Tale condizione porta all’inevitabile accumulo di procedure, vecchie e nuove. Per intenderci: digitalizzando i sistemi di pubblica amministrazione (introduzione di Pec, Spid e cloud), ma mantenendo in vita le procedure cartacee, i due processi non vanno a snellire la burocrazia bensì si sommano. Le amministrazioni comunali, inoltre, soffrono di mancanza di personale e hanno dovuto superare in questi ultimi due anni ostacoli burocratici d’ogni genere.

Che ruolo può svolgere Anci digitale per accelerare la transizione?

Innanzitutto come Anci Digitale riserviamo grande attenzione alla gestione dei processi in un’ottica di miglioramento continuo della qualità dei servizi che proponiamo agli enti locali, in generale, e ai comuni in particolare. In quest’ottica e in considerazione delle opportunità offerte dall’attuazione del Pnrr, proseguendo un percorso di innovazione inclusivo per tutti gli Enti locali e i loro cittadini, la nostra società, unitamente ai nostri soci (Anci e Aci), è attenta a cogliere le esigenze delle realtà territoriali che aspirano alla costruzione di un percorso di concreta transizione digitale. La digitalizzazione del Paese passa dai comuni, e soprattutto da quelli piccoli, ai quali però mancano risorse e tempo, nonché una guida che li prenda per mano e indichi loro la via.

Che progetti avete già messo in campo e quali in cantiere?

Abbiamo puntato, in questa prima fase di start up su una serie di servizi forti e riconosciuti dai nostri “clienti” che vengono da lontano come Aci Pra, Anci Risponde e Giornale dei Comuni, con l’obiettivo di migliorarli e aggiornarli per rispondere efficacemente alle nuove esigenze del sistema degli enti territoriali. Non a caso, il numero di enti abbonati ai servizi di Anci Digitale è aumentato rispetto al 2020. Ma stiamo lavorando anche per ampliare la nostra offerta sul piano della consulenza, grazie al supporto dell’Anci e delle sue strutture regionali, che qui ringrazio per l’appoggio e la collaborazione che quotidianamente ci offrono. Abbiamo, infine, dato avvio a una nuova linea di attività incardinata sulla realizzazione e gestione operativa di un serie di database relativi a diversi progetti locali e nazionali. Tra questi possiamo ricordare la nuova Banca dati degli Amministratori locali e, in campo ambientale, l’Osservatorio Enti Locali sulla Raccolta Differenziata, all’interno dell’accordo quadro Anci-Conai e Coripet, per la raccolta e il riciclo delle bottiglie in pet. Non solo, la sfida che vogliamo cogliere e vincere riguarda la transizione digitale in tutti i suoi aspetti, specialmente quello che attiene alla formazione e al rafforzamento delle competenze digitali del personale delle realtà territoriali.

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